Vignettopoli
E’ ARRIVATA XANDRA e la Guerra del Tempo”
Una sorta di sentenza soggettiva e personale indubbiamente capace di assumere peso e valore se inserita in un determinato contesto. Ho sempre provato una certa soggezione nei confronti di chi, penna affilata e aggettivi alla mano, in poche righe ha saputo celebrare o sminuire il lavoro altrui. Forse perché, provando a mettermi dalla parte dell’autore, mi sono accorto come non sia sempre facile coglierne le tensioni, le aspirazioni, le intenzioni. Forse perché, volendo attribuire valore eccessivo alle proprie parole, ho sempre temuto che una critica entusiastica potesse far male a uno scrittore scarso così come una spietata stroncatura ad un autore talentuoso. O forse perché, più semplicemente, io non sono un critico.
Ma intanto continuo a leggere molto e ad emozionarmi a corrente alterna. Perché non essendo un critico ho la possibilità di infischiarmene altamente di tutto. Posso seguire il mio personale percorso senza tenere conto della tecnica e di altre fondamentali inezie (dal mio punto di vista di lettore, s’intende) e quindi di godere, in base alla mia personale sensibilità, di letture ed autori che solo in un secondo tempo, leggendo le critiche disseminate su riviste e quotidiani, scopro incensati di recensioni lusinghiere e di paragoni velleitari. L’avessi scoperto prima forse non li avrei letti. Ma occuparsi della prefazione dell’opera prima della propria sorella è ben altra cosa. Chi ha fratelli o sorelle sa bene come spesso si instauri un rapporto quantomeno critico. Perché se dagli altri può essere lecito non attendersi nulla, da un fratello o da una sorella (o da un familiare in genere) ci si aspetta inevitabilmente tanto: è il ruolo che impone l’esigenza! Perché in fondo si è sempre portati a pretendere il massimo da chi si ama. Nei cui confronti, inevitabilmente, si finisce per adottare una misura critica ben più severa rispetto al normale. Perché, come dicevo, un conto è parlare di un conoscente, un altro della propria sorella. Tuttavia posso contare sul rassicurante vantaggio di non aver bisogno di celebrare a tutti i costi la bravura di Rossella per alimentare il mio ego. Non proprio esattamente come quei genitori i cui figli, a sentir loro, inizierebbero a interloquire e a deambulare sempre prima degli altri e si mostrerebbero senza dubbio alcuno più belli, intelligenti, spigliati e simpatici dei figli dei genitori altrui! Ho infatti imparato ben presto a convivere con me stesso ed i miei limiti e proprio per questo motivo non necessito di avere un parente geniale per stare meglio. E partire da qui non è poco.
Inizia in un tempo lontano la storia di Xandra e di Eridhian. E si dipana attraverso luoghi e vicende che confondono la Storia e richiamano leggende remote. Si intrecciano trame tenui di sogni indecifrati a visioni violente di prorompente vigore, immagini sbiadite di ricordi sopiti che vengono presto contrapposte a crudi ritratti di mattini crepuscolari. Il viaggio di Xandra non conosce soste ed alimenta emozioni e sensazioni in un enorme caleidoscopio di luci e di ombre che si alternano inquiete. Come lame che scintillano nel fragore della più cruenta battaglia anche i personaggi si delineano netti come colpi inferti impietosamente. La tentazione di cedere all’indulgenza del sogno lascia posto all’urgenza del sapere, alla corsa ottenebrata verso la luce. Ne deriva così un racconto dal ritmo incalzante e dai toni aspri dove anche i sentimenti appaiono compressi dall’incedere inflessibile del tempo. Perché quello narrato e percorso è un tempo sospeso e veloce, che si ripiega su se stesso ma guarda avanti ineluttabilmente. La distanza tra l’inizio della Storia ed il suo ipotetico finale somiglia ad un cerchio i cui punti si toccano fino ad associare pensieri e parole a figure remote e vicine, come se il tempo stesso, opzione possibile, fosse solo un ineffabile pretesto. Giovane ragazza ben presto educata alle armi, Xandra rispecchia solo apparentemente il prototipo stereotipo della guerriera impavida e leale. Aspetto esile ed incarnato diafano raccontano solo un modo di essere, solo un fenomeno di se stessa proiettato in un contesto che cambia. Capire Xandra significa andare oltre l’umana comprensione, significa risolvere il rebus della vita sfidando la logica e servendosi del sogno. Ma questa non è una storia. E neppure una leggenda. E’ un intrigante gioco di carte coperte e scoperte, nascoste e rivelate, che si diverte a spiazzare e irretire il lettore proprio quando sembra certo di aver capito quale sia la giusta chiave di lettura. E’ il romanzo dell’incerto dove la finzione appare vera e la realtà odora di illusione. Dove si mischiano i profumi più dolci delle terre verdi d’Irlanda al fetore caldo del sangue dei guerrieri feriti in battaglia. Dove i capelli biondi respirano gelide folate di vento e la gola si arroventa all’odore acre dei villaggi in fiamme. E’ qui che il tempo si ferma ed accelera. Ed è qui che il sonno sembra vita quando rimanda a reminiscenze ancestrali, all’oblio del passato prossimo e remoto. Ed è qui che la vita, vissuta e combattuta in conflitti infiniti, ansimata e sudata in guerre senza tregua, sembra un interminabile incubo.
La storia di Xandra e di Eridhian è la storia del Mondo, il ritratto di un giorno ed il profilo di una lunghissima notte. E’ la lotta eterna e l’equilibrio perfetto, la pace raggiunta e la paura del domani, la fame di gloria di un guerriero romano e la vicenda quotidiana di una ragazza di Roma dei giorni nostri. O forse non è neppure questo. O solo questo. Perché il viaggio di Xandra conduce in terre incognite e in contesti magici, in luoghi sognati eppure reali. Perché proprio mentre ci si sofferma ad ammirare il paesaggio canadese o le bellezze capitoline si rischia di attardarsi ai richiami del cuore. Si corre il pericolo di perdere la trepidante emozione delle sorelle di Xandra nella notte di Lunghanasad o la rincorsa infinita di Yorh alle palpitazioni d’amore, la cinica e crudele meschinità di Dario fino allo sguardo intenso di Rijiar nelle coccole che celano il dolore. Un alternarsi di personaggi che proiettano stati d’animo e veicolano emozioni così forti da far mancare il fiato. Che si raccontano in battute a volte ironiche o si fissano austeri in toni gravi. Quello di Xandra è un viaggio incessante che non concede pause né indulge al sentimentalismo. Un percorso non solo fisico che narra la vita e rende viva la leggenda. Un quadro dai colori forti e dalle tinte chiare. Una sequenza di immagini, di ombre lunghe e di improvvisi squarci di sole, di gesti rapidi e di sensuali pose plastiche. Un racconto pieno. Di sentimenti e di parole, con il cuore che batte forte. E l’ha scritto mia sorella.
* La copertina di XANDRA la guerra del Tempo è dell’artista Alessia Coppola*