noirbynoir
Di normografi e marchigegni vari
Il 26 novembre Yara Gambirasio, scompare da Brembate di Sopra e da quel momento, fino al ritrovamento del suo corpicino inanimato, una ridda d’ipotesi, ha interessato la vicenda. La sete di Giustizia che è in ognuno di noi, non coincide con i tempi della Legge che non può che disattendere le “aspettative” della gente, che invece di avere un rapporto di fiducia con chi indossa una divisa, chi la rappresenta, la teme inconsapevolmente a causa del ritardo con cui viene fatta luce in queste vicende noir.
Notizie come l’ultima pubblicata da un quotidiano, che ha mostrato una lettera scritta da un ipotetico assassino che dice di essere l’autore della morte della ginnasta, non fanno che aumentare il disagio tra la gente che viene catapultata su una storia dove non si riesce ancora a venirne a capo. Certo ci sono investigazioni e investigazioni, le più celeri sono sempre quelle dei sensitivi, le altre, seguono i percorsi classici, ovviamente, ed hanno tempi più lunghi. Come per tutte le vicende di cronaca nera, anche in questa spunta la lettera anonima. La mano che ha mosso il normografo è quella dell’assassino di Yara? Ce lo chiediamo tutti. Il quotidiano bergamasco invita alla cautela, il PM Letizia Ruggeri ha già girato la missiva ai R.I.S. di Parma per farla analizzarla. Chissà che cosa ci dirà mai la scientifica…Attendiamo.
Quello che invece speriamo è che prendano il poveraccio che mosso da problemi personali, ha pensato bene di impegnare il suo tempo e farne perdere ad altri, scrivendo quello che tutti sapevano. Senza essere degli Sherlock Holmes, si fa presto a capire che le continue notiziole (paragrafi, più che articoli) dei tanti giornali web, invece di far chiarezza aumentano lo sconforto di chi legge. Nessuno però si prende la briga di leggere il contenuto della lettera con l’attenzione dovuta, così facendo, ci dimentichiamo che gli inquirenti avevano già controllato tutti coloro che si erano macchiati di delitti come pedofilia stupro etc, grazie anche alla prova del DNA. Se la difficoltà era quella di reperirlo tra gli incensurati, la stessa non esisteva tra coloro che in passato erano già stati ospiti delle patrie galere. Il fantomatico mitomane, secondo quanto scrive, dice di essere già conosciuto dalla legge per reati di genere, proprio per questo omette la sua identità… La domanda sorge spontanea: “se non fosse stato così, avremmo avuto una confessione normografata con firma?”. Se non si trattasse di una tragedia ci verrebbe da ridere! Ennesimo titolo acchiappa fantasmi!
Ancora siamo fermi alle parole della nostra investigatrice sensitiva, Rosemary Laboragine, curatrice dell’inserto “noirbynoir” di Edizioni Damiano, che, a suo dire, la pista della pedofilia o comunque di una persona disturbata e sollecitata dalla vista di questa bambina – perché Yara era proprio una “bambina”-, continua ad essere l’unica che lei realmente sente, al di là di tutte le ipotesi circolate dal momento della scomparsa al ritrovamento del corpo e che crediamo la più verosimile. Se consideriamo le tante ipotesi che si sono fatte sulla vicenda, non possiamo non considerare con interesse le parole di questa signora che solo pochi giorni dopo la scomparsa aveva già detto più di quanto non ci abbiano passato le notizie dei vari giornali. Oggi, gli ultimi comunicati resi dagli organi preposti alle investigazioni, indicano nel freddo, l’unico vero “assassino”, quindi, la piccola Yara, avrebbe potuto essere salvata, ma il terreno dove è stata trovata senza vita, ahimè, non venne mai esplorato.
-Cosa ne pensa di questa lettera anonima signora Rosemary?-
– Che sicuramente è una persona disturbata quella che ha preso Yara, ribadisco: pedofilo, poi, chi sia questa persona che ha scritto la lettera, sinceramente non sento niente di buono al riguardo. Appena appresa la notizia, mi ha parecchio toccato, ero quasi convinta che potesse nascondere un grande significato, ma poi, mi sono resa conto che il mio coinvolgimento emotivo è stato dato dalla descrizione che ne faceva del luogo, il cantiere di Mapello, perché la chiave è sempre lì. La mano è dell’assassino. Ogni volta che sento questo nome o lo leggo mi scatta qualcosa… –
Se la gente non crede in questa “Giustizia”, la colpa è anche nostra, che pur di veder aumentato di qualche click il contatore delle visite dei nostri giornali o per la bramosia di vendere qualche migliaio di copie in più, finiamo per lo screditare senza rendercene conto, chi invece dovrebbe non esserlo, le Forze dell’Ordine che, affiancati da reparti speciali, svolgono un lavoro certosino su reperti in buona sostanza inutilizzabili, ma che riescono sempre a dare qualche risposta. Si è data celebrità a un “poveraccio” che il suo unico intento era quello di non rimane trasparente nella sua anonima vita, speriamo solo che la prossima notizia sulla sfortunata bambina di Brembate sia quella che metterà la parola fine.