SE UN MILIARDARIO VUOLE PAGARE PIU’ TASSE
Purtroppo è vero che la mamma dei cretini è sempre incinta, qualche eccezione…e meno male!!! Ma poi, viviamo anche di questo: notiziole mordi e fuggi che ci permettono di entrare nel merito del variegato mondo dollaroso, per lanciare qualche piccolo strale verso un sistema ingiusto che premia sempre i soliti “noti”.
E cosi, ci rendiamo conto che Paeperon de’ Paperoni esiste ed è impersonato da Warren Buffet, un tizio ricco sfondato, si dice il terzo uomo più ricco del mondo, uno di quelli che se ti chiedono di immaginarlo, te lo figuri sul trampolino di una piscina piena fino all’orlo di moneta sonante in stile leggendario capostipite di una dinastia dove c’è di tutto: lo sfigato, il fortunato, l’eroe, il genio etc, e vive a Paperopoli.
Però, se ci pensate bene, riempire di dollari una piscina è giusto un’immagine che si può vedere nel concreto, solo nei cartoni animati del mitico Walt Disney.
Warren Buffet non lo fa, preferisce rilasciare dichiarazione intelligenti ad uso e consumo di chi di questo, vive sogna e spera.
“Ho lavorato con investitori per 60 anni e devo ancora vedere qualcuno rinunciare ad un buon investimento per paura delle tasse che dovrà pagare sui guadagni. La gente investe denaro per guadagnare altro denaro e il carico fiscale ‘eventuale’ non l’ha mai spaventata. A questa dichiarazione, possiamo solo dire che, come al solito, alla base di tanto acume finanziario c’è sempre una solida tensione morale: mentre i poveri e la classe media lotta per queste persone così ferrate in maniera economica, per mantenere una pace; la classe media americana, manda i suoi figli in una delle tante guerre che costellano il pianeta che pare essere in pace ma di fatto, non so dire se sia vero.
Quindi, di fronte ad una catastrofe che richiede sacrifici condivisi, si devono chiedere a quelli cui pesano meno, e poco male se il livello dei dollari delle loro piscine si abbassa, perché potranno sempre tuffarsi dal trampolino. Non sarà mai un salto al buio.
Non è un bolscevico Warren Buffet, è solo uno abbastanza sveglio da ricordarsi i film che ha visto. E dovrebbero saperlo tutti che questo film già è finito nelle migliori sale cinematografiche, per la precisione nel ’29. E anche allora c’era la mamma dei cretini sempre in sala parto ma si riuscì a capire che, se non si mettevano un po’ di soldi in mano alle persone, quelle senza piscina, non se ne usciva dal buco profondo in cui ci si era infilati. Ma udite udite: dovevano uscire dalle tasche dei ricchi quei quattrini, tramite il prelievo fiscale. Da chi se no Meno tuffi e più corsette.
Qualche Paperon de’ Paperoni si strappò le penne, gli altri ripresero a fare affari. E così, oggi come allora, ovunque ci si domanda se è il caso di ballare la stessa tarantella trita e ritrita, per arrivare al pareggio di bilancio, oppure, questo stato che per la gente sta diventando un fantasma, di indossare i panni di Robin Hood e cominciare a togliere a chi, troppi ne ha, come fece Delano Roosevelt, che andò dritto dritto come un treno e sorretto da un bel pensiero ‘laterale’ ma che ben si sposava con la situazione che non accennava a migliorare in nessun modo.
Un pensiero controcorrente che cita “chi realizza profitti di impresa ha obblighi verso la società?” Si. E’ in debito, perché quei profitti derivano dalla combinazione dei fattori produttivi, capitale, terra e lavoro, e deve ricompensarli tutti, non solo il capitale. E’ debitore alla Terra, che gli fornisce le materie prime e l’energia e allora la deve curare come un giardino, con una mano riceve e perciò, con l’altra deve restituire.
E’ debitore verso la società , che a sua volta potrà formare individui formati e scolarizzati, di cui utilizza l’intelligenza per il suo profitto e tutti i servizi di cui ha bisogno per essere competitivo. Non se la può cavare con una tassa sul reddito, ne deve pagare un’altra sulla sua fortuna.
Deve remunerare quella buona sorte che l’ha fatto nascere in un contesto sociale propizio all’esplicitazione del suo talento, che gli ha predisposto tutte le condizioni per il suo successo. E allora quando le vacche sono magre, è giusto che la società bussi alla sua porta e gli ricordi a chi deve quell’abbondanza, quella presente e quella futura, stia bene attento, quindi gli conviene pagarla, quella tassa, è il suo investimento per il futuro, ed è per questo che Warren Buffet la vuole pagare, non solo per guadagnarsi il Regno dei Cieli.