luciadelgrosso
CHI NON VUOLE SEPPELLIRE IL MORTO
Qualcuno mi spieghi questo arcano. C’eravate pure voi quando Berlusconi andò al Quirinale il 12 novembre 2011 per rassegnare le dimissioni, vero? L’orchestra che suonava “Alleluja”, le bottiglie di spumante, i mortaretti, l’Italia in tripudio.
Eppure: 1) i suoi seggi in Parlamento erano sempre quelli; 2) la sua partita giudiziaria era ancora tutta da giocare; 3) non è che si prevedeva un futuro politico con lui fuori dalle balle. Ma facemmo festa. Nonostante qualcuno (per esempio Bersani) avesse avvertito che l’uscita di scena del Cavaliere stava soltanto iniziando, ma sarebbe stata lunga e dolorosa. Solo che gli Italiani usano appendere a testa in giù (realmente o metaforicamente) quelli che hanno applaudito fino a tre giorni prima e quindi la diedero per fatta. Per capirci: era da festeggiare perché era il principio della fine, ma non proprio l’archiviazione definitiva della vicenda Berlusconi.
Ora, ottobre 2013: 1) ci sono state le elezioni e Berlusconi ha perso 6 milioni di voti; 2) tra qualche giorno il Senato lo dichiarerà decaduto nonostante Crimi e le sue goliardate (e qui mi fermo); 2) se anche quel reparto agitati, che altro non è il gruppo grillino al Senato, fa scherzi, ci pensa il Tribunale di Milano; 3) dire che volano stracci nel PDL è fare solo una caricatura di quello che sta succedendo da quelle parti: lì è in discussione non solo la leadership, ma anche il modello di partito.
Sintesi: neanche ora si può dire che è proprio fatta, ma rispetto a novembre del 2011 stiamo un pezzo avanti.
E allora che peccato ho fatto per dover sopportare le gufate dei mentana, dei travaglio, degli scanzi e dei padellaro?
Sto pagando un peccato che non ho fatto io, ma i suddetti: quello di delegittimare la politica fatta nei luoghi e con i metodi e il linguaggio che le sono propri e contestualmente accreditare quella roba (dovrei dire retorica, ma neanche questo mi viene) che si fa dappertutto, tranne che in Parlamento. Perché verrebbe da chiedere: “Scusate, ma quale agibilità politica (ahahahahahah) può esercitare uno che viene sbattuto fuori dalle Camere?” E giustamente uno lucido (indovinate chi, le iniziali sono Md’A) risponde: “La stessa di Grillo”. Appunto. E chi ha alimentato questo antiparlamentarismo (e basta Kasta, privilegi, inciuci e gne gne gne) alla qualunque? I suddetti! Non solo loro, le cause sono un po’ più complesse, ma hanno dato una vigorosa mano. Per cui adesso si possono determinare i processi politici anche da fuori il Parlamento, saltando la rappresentanza democratica. Perché quelli che siedono in Parlamento ce li manda l’elettore (lasciamo perdere il Porcellum e le sue liste bloccate, comunque si vota una lista e i nomi sono noti), mentre quelli che sproloquiano o di cui si parla nei talk show sono scelti dai suddetti in base alle regole ferree dell’audience. Ed io mi ci gioco quello che volete che già è pronto il teatrino di una puntata sul Cavaliere mentre serve alla tavola della Caritas nel corso della quale sparerà una ca…., che verrà prontamente ripresa dai giornali, dopo di che si scateneranno gli indivanados e scasseranno le tastiere, al che Grillo non si lascerà scappare l’occasione di spararla ancora più grossa e a questo punto altra puntata perché merita e ricomincia il giro.
Poi c’è un po’ di gente al governo e in Parlamento che prova a fare un po’ di politica, cioè robe che incidono sulla vita dei cittadini. Ma i signori dell’informazione preferiscono prendere a braccetto il morto che cammina che fa più spettacolo e porta valore aggiunto alla loro visibilità e ai loro portafogli.
Salvo poi pontificare sull’eternità di Berlusconi.
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- Lucia Del Grosso