Vignettopoli
Analisi della scena di un film Irrational man
Un bravissimo Joaquin Phoenix veste i panni di un professore di filosofia alle prese con una crisi esistenziale di matrice depressiva. Abe Lucas confuso, in preda a stati ansiosi, dotato di una irriverente sagacia intellettuale, l’ennesimo alter ego del regista, arriva nel college di Brailyn suscitando prestigio e ammirazione in Jill Pollard, una giovane studentessa del suo corso.
Ma chi è questo uomo irrazionale? Soltanto un individuo estremamente sensibile al senso della vita, oppure un personaggio alla “Dostoevskij” tormentato e fagocitato dalla sua Ombra?
Il punto di vista di Jill sul comportamento di Abe ci permette di comprendere e svelare chi è veramente l’uomo di cui lei si sta innamorando. Jill segue i corsi di Abe e sviluppa un’infatuazione adolescenziale verso l’affascinante professore, la cui pelle profuma di alcol e vita vissuta, sensibile nei suoi ragionamenti e passionale. L’esatto opposto del fidanzato di Jill, Roy un bravo studente, con un promettente futuro e ben voluto dalla famiglia di lei.
Jill riesce a entrare nelle grazie del professore e giorno dopo giorno, imbastisce una profonda amicizia. Determinata a conquistarlo, in modo diretto e senza tanti giri di parole, lo presenta ai suoi genitori e quest’ultimo sedotto dall’ammirazione della giovane men che meno dalla fiducia incondizionata che ripone in lui, cede all’innamoramento. Jill lascia Roy e si fidanza con Abe e infatuata dall’idea di un amore intellettuale lo sostiene nel suo cinismo esistenziale per buona parte del plot. La storia di secondo piano si riferisce al problema interno del personaggio principale, in questo caso Abe sta cercando il significato di ciò che è moralmente giusto e sbagliato, le sue dissertazioni filosofiche non sembrano aiutarlo fino in fondo, e per tutto il primo tempo del film si misura con questo dilemma interiore con i personaggi secondari della storia, ovvero Jill e Rita, una collega del college. Fino a quando, un evento puramente casuale gli fornisce la soluzione che cercava. Un giorno, Jill e Abe seduti a una tavola calda, ascoltano per caso la vicenda disperata di una madre che sta per perdere l’affidamento dei figli per colpa di un giudice corrotto, Thomas Spangler. A quanto pare, dal racconto della donna, sembra che il giudice in questione si sia già macchiato con la complicità di scaltri avvocati, di reati di questo tipo. Abe esce da questo bar letteralmente illuminato: << Fu in quel preciso momento che la mia vita prese forma!>> e decide che uccidendo Thomas Spangler avrebbe commesso un atto moralmente giusto non solo per la signora in questione ma per la collettività. Ecco apparire il turning point, la situazione di svolta che permette al personaggio principale di trovare una soluzione a quel problema interiore che lo affliggeva e che di conseguenza stravolgerà emotivamente i rapporti con i personaggi secondari. Abe sceglie l’omicidio, e tiene all’oscuro Jill di tutto, quest’ultima ha introiettato un valore di giustizia più sano e scopre quello che ha fatto. Jill infatti si accorge dell’atteggiamento improvvisamente sereno ma a tratti ambivalente di Abe, e con arguzia ricostruisce la dinamica dell’omicidio di Spangler e trova la prova decisiva per accusarlo.
La scena del film che ho scelto di analizzare è quella dell’ascensore, in cui Abe dopo averlo manomesso, aspetta che Jill esca dalla lezione di musica, per ucciderla. Jill è diventata scomoda, il senso di giustizia della ragazza non coincide con il suo, ella non può accettare che qualcun altro (un innocente preso dalla polizia per errore) finisca in prigione per un reato che non ha commesso. Abe è disperato e in virtù dell’ultimatum che Jill pone, dandogli due giorni di tempo per costituirsi, si fa trovare nel palazzo dove la ragazza studia pianoforte, e appena finita la lezione, la aggredisce spingendola verso la tromba dell’ascensore. La colluttazione fra Jill e Abe è dinamica e ricca di pathos, dalla borsa della ragazza cade una piccola torcia che aveva vinto al luna park durante un’uscita con Abe, quest’ultimo inciampa proprio su di essa e precipita all’indietro nel vuoto. Il caso o la fortuna, concetto chiave del regista già narrato in Match Point, torna a essere l’elemento decisivo che punisce l’assassino per il suo crimine, e (a differenza di quanto accade al protagonista in Match Point) riporta ordine e giustizia. Il riferimento simbolico della torcia, è secondo il mio punto di vista, una geniale metafora di come Jill elabora i suoi sentimenti verso Abe. Jill si era innamorata dell’intellettuale nevrotico perché lo aveva idealizzato in modo romantico, un uomo di prestigio, ammirato ma pieno di problemi e in qualche modo il suo bisogno inconscio di essere salvato, ha attratto questa giovane studentessa in cerca di un amore passionale e intellettualmente stimolante. Jill aveva così lasciato il fidanzato rassicurante e comprensivo, per buttarsi in modo ossessivo alla conquista di Abe. Il commento di quest’ultimo nella scena del luna park, fa riflettere: in occasione di quell’uscita, Abe le fa notare che fra tutti i premi che poteva scegliere, Jill opta per una torcia, che è un oggetto pratico. Niente è a caso nei film di Woody Allen e anche se il regista usa la torcia come escamotage morale per punire Abe, credo ci sia dell’altro ovvero la scelta inconscia di una donna che ha bisogno di solidità e fermezza nella sua vita. La scelta pratica della torcia, fatta dalla protagonista senza pensarci su tanto, rivela che lei idealizza l’amore e un uomo come Abe è importante e irraggiungibile, uno sfizio che l’ego femminile si vuole togliere e che per ragioni morali definisce “amore”. Al tempo stesso, indica la strada che farà la protagonista femminile, Jill sceglie di nuovo Roy, operando una negazione dei sentimenti provati per Abe. Nell’epilogo, Abe Lucas diventa per Jill un ricordo lontano, sfocato, qualcuno che ha cercato di dare un senso alla sua vita ma non c’è riuscito perché è un uomo irrazionale.