Editoriale
La filosofia della pagnotta
C’è gente che, a distanza di molti anni, lo chiama “populismo” la voce della protesta intelligentemente raccolta dal comico Beppe Grillo, di tutti coloro che non riescono a farsi ascoltare, ad avere giustizia, la voce in capitolo nella vita politica del Paese, affinché qualcuno li tuteli. Ma chi avrebbe dovuto o diceva che l’avrebbe fatto, ha solo cavalcato l’onda che si è propagata, diventando d'”urto”, verso quei territori, istituzioni che, a onor del vero, hanno conquistato passando attraverso il cuore della gente che, finalmente si è sentita meno sola. A oggi quello che riescono a fare è collezionare solo figuracce che i media restituiscono ogni giorno sui loro organi d’informazione. I territori nelle loro mani non sembrano essere gestiti bene, le città piccole e grandi, subiscono la stessa sorte. Il caos regna sovrano. La “supplica” della gente, oggi come ieri, è disattesa. Ma non sa dove guardare. Il comico Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle insieme all’amico Casaleggio (recentemente scomparso), “dirige” una grande orchestra scomposta, dove per lo più autodidatti della politica, giocano a fare il verso e paura a chi è più preparato di loro e smaliziato. In quel mare di ostacoli e politichese si continua a far danni, più di ieri meno di domani. Insomma non se ne esce e nemmeno loro ci riescono. Chi dovrebbe contrastarli, ha aperto una guerra ideologica in casa PD e intanto il Paese va in stracci. Ma cosa stanno facendo tutti? Nessuno in Italia vuole la rivoluzione ma pare che quest’uomo, incendiando con le sue parole gli animi delle persone, con ragionamenti che non fanno una piega ma che di fatto, lasciano il tempo che trovano, quando è il momento di passare dalla teoria, alla pratica, stia creando una sorta di bolla preoccupante, dove ‘più ci si infila e meno si respira. Oggi di intellettuale in personaggio famoso, pare che facciano timidamente a “gara” per assicurarsi, l’ultima sillaba sul Referendum, a ribadire un concetto ampiamente espresso ma in varie forme e modifiche, che ieri confessavano come fossero pillole di saggezza ed oggi, con fastidio proprio: Renzi è il meglio che c’è. Non c’è nessun altro. Al suono di affermazioni scolastiche che mal si sposano sulla bocca di chi non aveva mai creduto nel miracolo del pane e dei pesci da parte di nessuno, oggi si vedono, loro malgrado, costretti “simpaticaMente” ad accettare questa minestra o a saltare dalla finestra. Così ritoccano i loro discorsi e filosofie dall’alto del loro “sapere” anticamente accreditato e poco convinti di avere il “verbo” della soluzione, nemmeno si vergognano di cambiare così velocemente le posate.