Vignettopoli
Il berretto a sonagli e la strategia della confusione
Una manciata di voti (potere della Democrazia) e un fiume umano di persone a briglia sciolta, sgomitano tra brutte figure, inesperienza e comportamenti grotteschi, in quelli che avevamo creduto i luoghi ‘sacri’ della politica. Il rodaggio c’è per tutti, l’inesperienza non paga ma vanno avanti. Poi c’è il grande Matteo Renzi che la gente vorrebbe avere a capo di qualcosa che non sappia di precario, ma lo combattono al di fuori e al di dentro del Pd. La gente non vede altro e sinceramente, nemmeno noi, considerando le lotte intestine che è costretto a metabolizzare l’attuale Premier.
I giornali zeppi di malefatte che nessuno vuole più leggere e di cui si ciba il web, che si diverte a fare il verso ai giornali regolarmente iscritti a quell’Albo che, dovrebbe fare dei distinguo tra chi si occupa di svolgere una professione al “servizio” del cittadino e chi invece, finge, fa il make up alla stessa e lo fa solo per creare problemi a chi vuole darsi da fare.
Il “giornalismo” ricalca le gesta ciniche del protagonista del bel film di Billy Wilder: L’asso nella manica. Per chi ne ha memoria, la pellicola è del 1951, rigorosamente in bianco e nero, ricorderà certamente Chuck Tatum, giornalista in attesa del colpaccio fortunato e il caso vuole che inciampi in quello che si rivelerà una bomba da prima pagina; l’uomo farà carte false pur di assicurarsi un ritorno in visibilità, gloria, fama e così facendo, ritarderà i soccorsi che penalizzeranno il malcapitato di turno, ignaro che della sua vita si facesse mercimonio, Leo. Il geniale Billy Wilder metteva Tatum nelle condizioni di sentire i morsi della sua coscienza, proprio perché seppur addormentata dal cinismo della professione, c’era ma troppo tardi per il giornalista.
E’ stato considerato il più amaro e spietato film sui mass – media, proprio per essere riuscito a far vedere la faccia del cinismo di chi se ne occupa e, attraverso il volto scavato, dalla mimica importante che rese profetico il messaggio emozionante rivolto ai media, Kirk Douglas. Un capolavoro della cinematografia americana, che riesce sempre a scavare il cuore delle emozioni attraverso la capace lettura delle vibrazioni della gente, ed è sempre riuscita a catturarle e trasformarle sul grande schermo, restituendo capolavori come “l’asso nella manica”.
Oggi, “articoli” di due righe e una foto, creano si accavallano nel web della grande informazione, in una strana fusione che genera malessere per chi se ne alimenta; notizie vere, false o presunte, dove tutto è il contrario di tutto, che nessuno smentisce e la folla del web alimenta. Ci siamo ridotti a vendere le “parole” di un insignificante blablablabla.
Il Terzo Millennio è l’era della vera “disinformazione”. Con Matteo Renzi si sono scatenati, non ce l’hanno con lui, è appena arrivato ma con un sistema che ha sempre tartassato il più debole e continua a farlo. La gente stenta a riconoscersi e vige la strategia della “bufala” abilmente arrangiata su pagine di tutto rispetto che seguendo sempre la linea dell’editore, riducono il lettore ad una stran a dipendenza dal nulla a tutto tondo ma tesa a colpire i “matteorenzi” del momento.
Raccogliamo dal nostro piccolo le istanze dei lettori. Ciò che ci viene detto, non è diverso nei contenuti e nel modus operandi cui si assiste nei network televisivi. Parole arrabbiate, ognuno pronto a difendere i propri “privilegi”, senza rendersi conto che i “privilegi” dovrebbe essere ad appannaggio dei più deboli, non di chi ne ha già in esubero.
Ricordate il vigile che girava in deshabillé? E’ il più simpatico, il più ingenuo e arrogante degli italiani, il “berretto a sonagli” utilizzato, da chi appartiene ad un sistema obsoleto e che pare siano in pochi a voler cambiare, ma che sono in molti a conoscere ed usufruire. Come si riconosce “il berretto a sonagli”…che non è un copricapo ma una persona cui tutti fanno riferimento per vomitare addosso un po’ di bile ma che di fatto, con tutto il fragore con cui viene rivestita, aiuta a nascondere altro.
Berlusconi divenne il “berretto a sonagli” di qualcuno, opposizione in primis. Il gioco fu facile, è stato come sparare sulla Croce Rossa. Ad certo punto, l’ex Premier, smise di fare ciò che doveva e cominciò a fare ciò che riteneva fosse il meglio per lui nella consapevolezza che non avrebbe avuto scampo. Come si muoveva, la scivolata era in agguato.
Oggi, è Matteo Renzi, il “berretto a sonagli”. Sono compatti, ci provano continuamente, convinti che ridicolizzare l’unico uomo in Italia che ha voglia di lavorare, sia più importante che rendere giustizia al Popolo Italiano. Così, stretto in una morsa da parenti poco “affettuosi” che caldeggiano alacremente i “cari” nemici grillini, si ritrovano a perseguire un’unica strategia, quella della confusione.
I media svettano in modo dinamico, i testimonial della sinistra che pur di farlo cadere, non temono di indossare “strani panni”. I forum nel web inveiscono contro Agorà e il suo conduttore, che han reso, secondo loro, “ufficiale” la presenza di un giornale (il Fatto Quotidiano) penalizzando tutti gli altri. La gente lamenta di dover pagare il canone a chi non fa nemmeno gli interessi della sinistra ma di una piccola parte. Lucia Annunziata è tacciata di scarsa professionalità, le sue interviste sono considerate confuse e atte a generarla; pare che nessuno capisca cosa voglia chiedere ai suoi interlocutori e dove voglia andare a parare ma una cosa è certa, genera insofferenza per la maleducazione con cui si pone all’intervistato.
E’ ADESSO IL FUTURO, il trionfo di Matteo Renzi alla Leopolda, mette le ali ai piedi di chi ha voglia di fare e muoversi, incollando sulle poltrone, chi non ha nessuna intenzione di lavorare per il Paese. Secondo Matteo Renzi, chi voterà contro seguirà la scia di chi lo combatte per mantenere i “privilegi”. Chi vi scrive è per il SI e facendolo, si augura che vinca il Popolo Italiano, perché il voto è per rendergli giustizia e metterlo nelle condizioni di capirci di più sulla “cosa” politica ma non è un voto politico. Chi ve lo fa credere punta il dito contro il nuovo “berretto a sonagli” di cui teme l’incedere perché la sua sola colpa è la voglia di FARE.