Speciale S.Natale
Riflessione natalizia- Il “Cantico di Natale”
Da una rivisitazione tutta personale di Annette De La Vega del “Cantico di Natale” di Charles Dickens un invito per Natale. Esisteva, in un paese lontano…… una bottega e sopra alla porta di ingresso vi era stata apposta un’insegna: “SCROOGE & MARLEY”.
La targa, oramai era vecchia e consunta, ma portava il nome dei due soci che erano diventati famosi in tutto il paese ed è per questo motivo che era rimasta intatta, anche dopo la morte di Giacobbe Marley avvenuta circa sette anni prima, proprio la notte di Natale.
Secondo Scrooge, abile uomo d’affari, accadeva spesso che qualche nuovo cliente arrivava al negozio dando a Scrooge ora il nome di Scrooge ora il nome di Marley, ma egli rispondeva per tutti e due pur di tenersi buono il cliente. Per gli affari quello e altro!
Scrooge era famoso oltre che per la sua bottega, per il carattere burbero e scostante. Era chiuso, anzi sigillato come un’ostrica e il freddo che aveva nell’animo gli rendeva ancora più appuntito il naso e rigido il portamento. Il freddo se lo portava appresso anche nei peggiori giorni di canicola estiva. Nessuno, per la strada avrebbe, mai, osato fermarlo. Non si conosceva uomo o donna al mondo che avrebbe mai avuto la sfrontatezza nemmeno di chiedere a Ebenezer Scrooge che ore fossero.
Di ciò Scrooge non se ne preoccupava minimamente, anzi ci provava gusto a tenere lontana la gente, salvo per i clienti che entravano alla bottega. Per gli affari quello e altro!
Una volta, il più bel giorno dell’anno, la vigilia di Natale, il vecchio Scrooge se ne stava seduto dietro il bancone trafficando come fosse un giorno come tanti altri.
Il tempo era freddo e la giornata uggiosa, e anche se l’orologio aveva battuto da poco le 3 del pomeriggio sembrava già notte. La porticina del banco era aperta così che Scrooge poteva tenere d’occhio il suo commesso, sprofondato in una buia e fredda celletta a copiare lettere. Scrooge aveva a disposizione un piccolo fuoco per scaldarsi, il suo commesso uno talmente piccolo da sembrare fatto di un solo pezzo di carbone e non vi era modo di accrescerlo perche la cesta del carbone la teneva Scrooge.
-Buon Natale zio! Allegro Natale!- Gridò improvvisamente una voce gioconda. Era la voce del nipote di Scrooge piombato al bancone così di improvviso che nessuno si era accorto che fosse entrato nella bottega.
-Eh via! Sciocchezze!- rispose Scrooge.
-Come, zio, Natale una sciocchezza?- chiese stupito il nipote pieno di entusiasmo e con gli occhi scintillanti. -Voi non lo pensate di certo….-
-Altro che se lo penso- ribattè Scrooge -Un Natale allegro? Che motivo hai tu di essere allegro? Mi pare che tu sia povero abbastanza….-
-Via via- rispose il nipote – che motivo avete di essere uggioso? Siete ricco abbastanza mi pare….-
A questo punto, Scrooge rimase senza parole dinnanzi all’entusiamo del nipote e si limitò a ripetere nuovamente “via via sciocchezze!”
-Non siate così di malumore zio- gli consigliò il nipote -non ne avete ragione è Natale…- -Sfido chiunque a non esserlo- replicò Scrooge – quando si è costretti a vivere in un mondo di matti come il nostro. Un Natale allegro! Al diavolo il Natale con tutta l’allegria! Che cos’altro è il Natale se non un giorno di scadenze quando non si hanno danari, un giorno in cui ci si ritrova più vecchi di un anno e nemmeno di un’ora più ricchi, un giorno di chiusura dei conti in cui nemmeno uno è in attivo. Se potessi, bollirei in pentola chiunque affermi che il Natale è un giorno allegro! Nipote tu tieni il tuo Natale che io mi tengo il mio!-
-Natale, e che Natale è il Vostro che nemmeno lo festeggiate?- chiese il nipote.
-Vorrà dire che a me piace così- rispose Scrooge.
-Quello di Natale è un bel giorno- insistette il nipote- un giorno in cui ci si vuole bene, in cui si fa la carità, un giorno in cui ci si perdona a vicenda. Il solo giorno del calendario in cui tutti aprono i loro cuori. Anche se il Natale non mi ha cacciato in tasca nemmeno un soldo so che mi fa bene e che sempre me ne farà. Evviva il Natale.-
All’udire le parole del ragazzo il commesso applaudì e subito, Scrooge lo riprese con tono seccato dicendogli che con un altro rumore come questo gli avrebbe dato il ben servito! “Buona sera!” disse Scrooge seccato al nipote.
-Buona sera- rispose il nipote, oramai scoraggiato dalla cocciutaggine dello zio e aggiunse -…e buon principio d’anno.- Prima di uscire il nipote si fermò ancora un attimo per fare gli auguri al commesso che ricambiò cordialmente.
Scrooge nell’udire quelle parole affermò “Eccone un altro. Il mio commesso con 15 scellini la settimana, moglie e figli, che parla di buon Natale!”
-Mi chiuderò in manicomio- sentenziò Scrooge. Intanto, altre due persone erano entrate nella bottega. Una proficua giornata pensò Scrooge. I due parevano gentiluomini e appena trovarono Scrooge libero, si calarono il cappello e lo salutarono. In mano tenevano penna e quaderni di carta. Scrooge & Marley? Domandò uno dei due uomini dando una rapida occhiata a una lista scritta su un taccuino. Sì rispose Scrooge. Ho l’onore di parlare con il Sig. Scrooge o con il Sig. Marley? Continuò l’uomo mostrando le sue credenzialità. Sono il Sig. Scrooge. Il Sig. Marley morì sette anni fa proprio in questa notte. A questo punto l’uomo, un po’ imbarazzato aggiunse non abbiamo dubbi che la generosità e la benevolenza del Sig. Marley sopravvivano nel suo degno rappresentante.
Ma Marley non era generoso né benevolo…. comunque al solo udire le parole “generosità e benevolenza” Scrooge aggrottò le sopraciglia certo del motivo che i due erano entrati nella bottega per spillare soldi.
Prima che Scrooge potesse proferire parola il gentiluomo disse in questa gioiosa ricorrenza ci auguriamo di raccogliere qualche piccolo contributo per la povera gente. Ci sono migliaia di persone a cui manca lo stretto necessario. Non hanno nulla di che coprirsi e ancor meno da mangiare….
Scrooge lo interruppe e gli chiese -Ma non ci sono le prigioni?-
-Sì molte- rispose l’uomo posando la penna sul bancone.
-Gli ospizi, forse li hanno chiusi tutti?- incalzò ironico Scrooge.
-No davvero- rispose l’uomo.
-Oh… dalle vostre parole avevo temuto che qualche malanno avesse rovinato queste istituzioni- continuò Scrooge e concluse -mi fa piacere sentire il contrario!-
L’uomo con voce paziente rispose – Noi siamo sicuri che le istituzioni non possono dare sollievo a queste persone per questo ci prodighiamo per comprare un po’ di cibo e un po’ di carbone…è Natale… Che somma volete che vi segni?-
-Nessuna- rispose Scrooge.
-Preferite mantenere l’anonimato?- chiese il gentiluomo.
-Preferisco non essere disturbato- rispose seccato Scrooge -a me il Natale non piace e non ho intenzione di aiutare dei fannulloni. Pago ciò che devo alle istituzioni e già non è poco. Chi non sta bene fuori ci vada! È già molto riuscire a seguire i propri affari senza bisogno di impicciarsi di quelli altrui. I miei mi tengono impegnato tutto il giorno. Buona sera signori!.-
Sentendo Scrooge irremovibile, ai due gentiluomini non restò altro da fare che salutare e andarsene. Scrooge riprese il suo lavoro, contento del fatto suo e ancora più di buon umore. Intanto la nebbia si infittiva e il freddo si faceva sempre più rigido. Arrivò l’ora di chiudere la bottega. A malincuore, come sempre, Scrooge smontò dal suo sgabello e lanciò un rapido sguardo al commesso che immediatamente, spense la candela e si infilò il cappello.
-Mi immagino che domani non lavorerete tutto il giorno!- esclamò polemico Scrooge.
-Se non vi dispiace…- gli rispose timoroso il commesso.
-Non mi piace e nemmeno lo ritengo giusto- disse Scrooge e aggiunse -eppure non vi sembra ingiusto che io debba pagare il salario di una giornata per niente?-
Il commesso si limitò a far notare al suo padrone che ciò accadeva solo una volta l’anno. Scrooge mentre si allacciava il cappotto fin sotto il mento gli rispose -bella scusa per far cacciare le mani nelle tasche di un gentiluomo ogni 25 dicembre! Comunque vada per tutta la giornata se così deve essere, ma, badate bene, di trovarvi qui al più presto domani l’altro!-
Il commesso promise a Scrooge la puntualità per il giorno successivo al Natale e i due si salutarono. Scrooge uscì dalla bottega borbottando, diretto verso una malinconica osteria lì vicino per consumare il suo umile pasto.
Dopo avere cenato e dato un rapido sguardo ai quotidiani, Scrooge si avviò verso casa per mettersi a letto. Abitava in un vecchio caseggiato di proprietà del defunto. Talmente malmesso che nessun’altra anima vi abitava più.
Scrooge non aveva pensato un solo momento a Marley, a parte quando rispose ai galantuomini quel pomeriggio in cui ricordò la morte dell’amico sette anni prima.
Messa la chiave nella toppa della serratura, quella sera successe una cosa strana.
Scrooge vide il viso di Marley avvolto in una luce talmente forte da illuminare l’intero caseggiato. Una cosa spaventosa. Forse che si trattava del fantasma di Marley?
Scrooge fissò per un attimo la serratura che, però, era tornata la stessa vecchia e malandata serratura di sempre. Riafferrò la chiave in mano, entrò in casa ed accese una candela. Prima di chiudere la porta, Scrooge un po’ frastornato, fissò nuovamente la serratura per controllare che tutto fosse a posto: altro non c’era che le solite viti arrugginite che trattenevano a stento il nottolino della chiave.
Era tutto in ordine. “Via via…” esclamò Scrooge tra sé e sé “tutte sciocchezze!” e chiuse la porta con due mandate della chiave. Di lì a poco però successe ancora una cosa molto strana: tutta la casa risuonò di un rumore fortissimo simile a quello di un tremendo tuono. Ma Scrooge non era un uomo che si faceva intimorire facilmente. Prese una candela, riaprì la porta di casa e andò a controllare nel disabitato e buio caseggiato che tutto fosse in ordine. Improvvisamente, una luce bianchissima illuminò l’intero edificio, ma il resto, però era perfettamente in ordine e la luce piano piano si affievolì fino a svanire. Scrooge rientrò in casa, tirò la porta dietro di sé e la richiuse con le solite due mandate di chiave. Si tolse la cravatta e gli abiti di lavoro, infilò il suo pigiama e si sedette su una poltrona davanti al fuoco sorseggiando il suo decotto. Il camino di casa di Scrooge era enorme, probabilmente opera di un artigiano olandese, che rappresentò vari episodi delle Sacre Scritture intagliandole tutte intorno al focolare. Scrogge, spesso guardava quegli angeli, quelle regine d’Egitto, quegli apostoli, sapientemente e pazientemente intagliate nel legno, ma quella sera vi notò qualcosa di strano. I personaggi avevano il volto di Marley. Come era possibile? Sciocchezze!… pensò, nuovamente Scrooge e cominciò a passeggiare su e giù per la camera da letto. Di lì a poco, tornò a sedere sulla poltrona. Questa volta fissando un vecchio campanello che, non si sa per quale ragione, comunicava con un’altra stanza in cima al caseggiato. Improvvisamente, il campanello cominciò a dondolare prima lievemente, poi sempre più forte emettendo un suono che si trasformò presto in un trillo stridente, che durò pochi istanti, che a Scrooge erano sembrati ore. A quel rumore ne seguì un altro. Questa volta di ferraglia, come se pervenisse dalle viscere della terra. Scrooge si ricordò di aver sentito dire che gli spiriti arrivano nelle case trascinando dietro loro lunghe catene. “Sciocchezze! pensò Scrooge “io mica ci credo!” L’uscio di casa si spalancò improvvisamente e un rumore assordante si sviluppò in tutto il caseggiato: era un fantasma ed era proprio lì davanti al vecchio Scrooge, che si fece bianco come un lenzuolo. Il fantasma aveva lo stesso viso di Marley, indossava lo stesso panciotto e gli stessi stivaloni neri. Era Marley! Aveva una catena alla vita: una catena pesantissima, fatta di scrigni, lucchetti, borse di acciaio e grosse, anzi, enormi chiavi. Aveva il corpo così trasparente che Scrooge osservandolo poteva vedere, attraverso il panciotto, i bottoni cuciti sul retro della giacca.
“Che vuol dire tutto ciò?” Domandò Scrooge con il solito tono freddo e seccato, aggiungendo “che volete da me? …Chi siete? -Domandami chi sono stato- disse il fantasma.
-Bene, allora chi sei stato? – ribatté Scrooge alzando il tono della voce.
-In vita, fui il tuo socio Giacobbe Marley. – -Sedete- invitò Scrooge con aria dubbiosa. Posso? Chiese il fantasma. Sedete dunque….Scrooge domandò allo spettro di sedersi per metterlo alla prova. Voleva vedere se il fantasma fosse in grado di prendere una seggiola, in caso contrario, sarebbe stato costretto a dare delle spiegazioni. Lo spettro, con grande facilità prese una seggiola e si sedette di fronte a Scrooge. -Tu non credi in me?- chiese il fantasma. – No!- Rispose Scrooge. -Che altra prova vorresti?- replicò il fantasma.
-Non lo so- rispose Scrooge.
-Perché dubiti di ciò che vedi?- Insistette il fantasma.
Scrooge non amava questi giochi di parole, ma quella voce cominciava ad incutergli paura, e stare lì seduto davanti a un fantasma senza proferire parola forse sarebbe stato peggio.
-Vedete questo stuzzicadenti?- chiese Scrooge.
-Lo vedo – rispose il fantasma.
-Ma voi non lo state nemmeno guardando- notò Scrooge.
-Lo vedo- ribatté il fantasma.
-Bene- continuò Scrooge -se adesso lo ingoiassi morirei e voi incomincereste ad essere perseguitato da una folla di miei spiriti.-
Il fantasma emise un urlo tremendo e scosse la catena fino a creare un rovinoso fracasso. Era arrabbiato e Scrooge dalla paura si mise in ginocchio supplicando lo spettro di non fargli del male.
– Allora….adesso ci credi?-
– Ci credo- balbettò Scrooge, continuando- ma perché mai gli spiriti vengono a fare visita proprio a me?-
-Andiamo girando in mezzo agli uomini…- spiegò il fantasma -siamo dannati ad errare per il mondo oh me infelice! Dobbiamo vedere il bene senza poterlo godere, quel bene che avrei potuto dividere con gli altri quando ero in vita. Quel bene che avrebbe dato la felicità in terra e che mi avrebbe dato gioia e tranquillità dopo la morte. Invece……- lo spettro dopo avere detto ciò emise un altro terribile lamento e fece stridere la catena sul pavimento.
-Siete incatenato- osservò Scrooge -perché?-
-Porto quella catena che mi sono fabbricato in vita. L’ho costruita io stesso anello dopo anello. Me la sono cinta io stesso per volontà mia e ora sono costretto a portarla. Sono tutte le occasioni di fare del bene che io in terra ho sempre rifiutato perché arido ed egoista. Pensavo solo agli affari e ai danari, e della gente non me ne è mai importato nulla! Vuoi sapere il peso e la lunghezza della catena che anche tu ti stai costruendo? – domandò il fantasma e aggiunse – sette anni fa era lunga come questa, ma ora lo è ancora di più.-
Scrooge si guardò intorno e osservò il pavimento per paura di vedersi avviluppato in cinquanta metri di pesante catena, ma non vide nulla. Impaurito delle parole del fantasma gli chiese Giacobbe Marley ditemi qualche altra cosa. Datemi qualche consolazione Giacobbe mio……
– Nessuna consolazione- rispose lo spettro – Altre ragioni mi portano da te Ebenezer Scrooge. Non posso nemmeno dirti tutto quello che vorrei. Poche parole ancora e poi basta. A me non è concesso alcun momento di riposo. Quando ero vivo non uscivo mai dalla nostra bottega. Ora mi aspettano lunghi e faticosi viaggi. –
– Bisogna dire che siete stato un po’ lento- replicò Scrooge al fantasma che rispose – Lento? Morto da 7 anni e sempre in viaggio….-
– Sempre? E nemmeno un momento di riposo?- chiese Scrooge.
– Sempre in viaggio sulle ali del vento disse il fantasma.- Poi emettendo un terribile grido aggiunse – Oh schiavo incatenato! Voi non sapete che non c’è rammarico che possa assolverci dalle colpe commesse in vita e soprattutto che ci restituisca le occasioni perdute. Questo è quello che è successo a me. Non ho mai fatto del bene a nessuno e questa è la mia fine. Solo i miei affari erano importanti, come lo sono per te oggi, nell’oceano immenso del bene che avrei potuto donare i miei affari sarebbero dovuti essere solo una goccia d’acqua. O me schiavo incatenato!-
Il fantasma pronunciate queste parole sollevò la catena e la fece cadere a terra.
-Ora ascoltami attentamente…- disse il fantasma a Scrooge – tu puoi ancora salvarti da un destino come il mio. Riceverai la visita di tre spiriti……-
Scrooge, ancora più bianco in volto, interruppe il fantasma e disse- E questa sarebbe la speranza che mi offrite?- -Questa è! – rispose il fantasma e aggiunse -senza la loro visita non potrai risparmiarti il destino che è spettato a me. Il primo arriverà domani dopo che la campana della chiesa avrà battuto la prima ora della giornata…..-
-Ma non potrei vederli tutti e tre insieme e farla finita?- chiese Scrooge.
-Aspetterai il secondo la notte successiva alla stessa ora…- continuò il fantasma – l’ultimo spirito arriverà la terza notte al rintocco della mezzanotte. Non mi rivedrai più però ricordati quello che ti ho detto.-
Lo spettro detto questo si congedò da Scrooge lasciando dietro di sé un terribile e funebre vocio. Scrooge corse alla finestra da dove era uscito Marley e guardò fuori. Era pieno di altri spettri che correvano di qua e di là senza sosta. Ognuno portava dietro di sé una catena e nessuno era libero. Scrooge chiuse la finestra, si avvicinò alla porta, controllò che fosse chiusa anch’essa e pensò sciocchezze…ma quando fu sul punto di esclamare quella parola a voce alta non ci riuscì. La voce gli si bloccò alla prima sillaba. Forse che Scrooge stava veramente pensando di cambiare la sua vita? Oppure aveva solo paura di quello che aveva visto poco prima? Si sentiva stanco per le fatiche del giorno e per l’ora tarda, ma anche per le parole tristi dello spettro. Vestito com’era se ne andò a letto cadendo in un sonno profondo.
Non perdiamo le occasioni di fare del bene.
A Natale, ma non solo, cominciamo a fare quelle cose che ci sembrano “sciocchezze” ……per qualcuno potrebbero essere importanti…
Chi desidera immergersi nell’atmosfera natalizia di Scrooge e del suo creatore Dickens, può continuata leggersi il racconto originale e scoprire chi sarebbe andato a trovarlo nelle notti successive. Noi lo spunto liberamente tratto dal bel romanzo di Charles Dickens per la lettura, ve l’abbiamo dato, ora, regalate cibo a Natale alla vostra mente e a quella di chi amate.
- VIA
- Annette DelaVega