Vignettopoli
Caro Ministro di Grazia e Giustizia, Le scrivo…
Nel maggio del 2011, una scrittrice triestina, scrisse al Ministro della Giustizia di allora, un’accorata lettera, affinché tutte quelle persone che avevano subito un lutto a causa della ferocia di maschi-mostro, ottenessero giustizia. Senza voler entrare nel merito di una bella penna che, prendendo a cuore il problema che colpiva, ogni due/tre giorni, delle donne e con una ferocia inaudita, rivisitando gli articoli dei miei giornalisti e collaboratori, mi accorgo, che il problema, non è mai scomparso. La scrittrice Cinzia Lacalamita (L’uomo nero esiste- Aliberti editore) nel 2011 scriveva al Ministro di Grazia e Giustizia, Angelino Alfano che si lavorasse di più per la “certezza del pena” e, che il clima di impunibilità che si respirava, per la troppa tutela di chi delinque e i suoi diritti inviolabili, si continuasse a dimenticare che anche quelli dei cittadini lo erano.
A tutte quelle famiglie che non cicatrizzeranno mai più le loro ferite, a tutti quei figli che non vedranno mai più la loro madre e hanno vissuto l’orrore di vedersela strappare da sotto gli occhi per mano di un bruto che chiamavano “papà”, ci chiediamo oggi, sono stati rispettati i loro diritti?
Dal 2011 ad oggi, la Giustizia, secondo Facebook, il canale/megafono dove ormai tutti si sfogano contro tutti, la popolarità dei tanti Ministri che lo vanno ripetendo per un pugno di voti in più, è scesa ai minimi storici e la domanda ricorrente dei cittadini sono sempre le stesse: “se vado a far la spesa, sono al sicuro o rischio che qualcuno mi prenda a calci, fino a farmi morire, o mi rincorra con un’ascia per farmi a fette? I miei familiari, anziché vedere in galera i colpevoli, se li vedranno passare sotto il naso, di lì a qualche mese?”…
Rivolgiamo all’attuale Ministro questa ennesima supplica girata che del 2011, continua a d essere tragicamente attuale. Possibile che di ogni evento si debba fare la spettacolarizzazione, dell’urgenza o non si muove niente?
La scrittrice triestina invitava, nella sua lettera, il Ministro Alfano, a fare qualcosa. Noi aggiungiamo che di attricette che saltano fuori dalle tragedie come funghi, come se il problema fosse diventato un banco di lancio e rilancio delle loro carriere; le donne- quelle uccise- ma anche quelle che sono ancora in pericolo, non sanno che farsene. Si chiedeva “sicurezza ” nel 2011 ma anche prima di quella data, il numero di donne uccise, di donne disagiate e, di bambini che per disgrazia si trovano nei pressi di questi assassini inconsapevoli, sono in crescita costante. E’ ora di fare chiarezza e senza soubrette.
La nostra non è una polemica su chi dovrà fare qualcosa e su chi, invece, non ha fatto mai niente di efficace ma sul fatto che, tutto ciò che scriviamo, continua ad essere ancora attuale.
A questo link, l’articolo/lettera del 2011 di Cinzia Lacalamita al Ministro della Giustizia
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