Editoriale
Matteo Renzi, il “pungiball” di una vecchia politica che non sa perdere!
Lascio il PD ma solo dopo la formazione del Governo e, Congresso PD, subito dopo e un vero “congresso”. Questo è quanto è emerso dalla conferenza stampa di ieri, davanti alle telecamere dove un Renzi sicuro ma dispiaciuto, ha ammesso di non essere riuscito in quello che era l’intento che si era prefissato. Tutto il resto lo conosciamo…
Renzi non è riuscito a combattere tutti i nemici che si annidavano in ogni dove, probabilmente non ce lo meritavamo un politico come lui alla guida del PD ed il fatto che lo abbiano combattuto sino alla fine, ha dato a chi lo segue, la certezza che il suo valore c’era, e che, se lasciato lavorare, le cose le avrebbe cambiate davvero. Ma uomini come lui nascono ogni cent’anni e, il suo successore- se mai ci sarà- avrà sicuramente la meglio. Ma forse, non esisteranno più i Partiti.
All’estero il PD è primo Partito, gli italiani che lo hanno votato, han ben compreso il valore di questo uomo politico, proprio perché sono a conoscenza di come le cose funzionano nel resto del mondo a livello economico, nel lavoro, rispetto al Paese di Bengodi. Ma va bene così, continueremo a sognare i mega stipendi che in tutta Europa e in America e nella vicina Svizzera prendono e, a vivacchiare di piccole furbizie, per non soccombere ad un Erario che, Governo nuovo o no, i soldi li vorrà lo stesso.
Errori ce ne sono stati tanti, da parte di tutti i partiti nelle Elezioni 2018, ma nella corsa alla nuova Eldorado, l’unico che non doveva sbagliare mai, per tutti, anche i suoi, era lui, Matteo Renzi. Si è capito!!!
Non è un epitaffio il mio ma semplicemente una constatazione di fatto di cui tutti si sono accorti e che solo chi è “intellettualmente onesto” può condividere.
I risultati? I “dissidenti” del rinnovamento all’interno del Centrosinistra, battuti; pur accettando Ulivo e compagnia bella, sono sempre stati convinti di essere i soli padroni del PD(S). L’amaro risveglio dato da un Renzi scalpitante, giovane e con un seguito che respirava e si alimentava con la parola cambiamento, li ha talmente spiazzati, da trasformarli in “oppositori” nella stessa famiglia, fino a spezzarla e troncarne di netto le gambe. Una linea per loro, incondivisibile di cambiamento (?).
Chi si domanda cosa sia successo e del perché il Movimento 5 Stelle, sia riuscito a balzare a piè pari in cima alla classifica delle elezioni, sappia, che la verità è sotto gli occhi di tutti. Si è pensato troppo a colpire Renzi, anche con una satira tra le più spietate, dimenticandosi di quelli che avrebbero potuto essere i possibili scenari, con gente nuova e inesperta su tutti i fronti. Oggi il malcontento serpeggia nei corridoio di un PD deluso dai risultati ma premiato nei fatti, in quelle figure che volevano farsi largo in un’Europa nuova senza traumi dolorosi per l’Italia, grazie ad un politico che ci invidiavano, godeva di credibilità ed aveva l’esperienza e le competenze per rimettere a posto le cose.
Il risentimento della parte più giovane della popolazione, cresciuto a dismisura verso la generazione che non se ne vuole andare e arroccata sui suoi possedimenti, li ha messi nelle condizioni di fare la differenza, scegliendo gente estranea alla politica, che meglio accoglievano le loro istanze. Nel tentativo di salvare l’insalvabile, Renzi, ha continuato ad essere l’elemento discordante della politica e il vero “pungiball” cui fare riferimento per meglio scrollarsi di dosso gli errori di una classe politica, rea di non aver ascoltato i problemi della gente. Politici tronfi dei loro convincimenti, che non hanno accettano di guardare in faccia alla realtà italiana in continuo divenire e soggetta, come ogni cosa o persona, al tempo che passa; non si può fare finta di non saperlo, il tempo tocca tutti e ci “trasforma”.
L’avventura dello spread è cominciata! E per chi non lo sa, meglio che inserisca la parola in Google!!!! Sapere è meglio che ignorare.