Editoriale
La Felicità della società è la fine del Governo.
John Adams (secondo Presidente degli Stati Uniti d’America), affermava che “La felicità della società è la fine del governo.” Aveva ragione. Oggi, nel mondo della politica, si tendono ad affossare anche le migliori intenzioni di chi, vorrebbe fare qualcosa ma non ci riesce?
Renzi, è stato il primo ad essere ampiamente contrastato. Con un 40% si portava dietro un consenso straordinario che doveva essere fermato. Il M5Stelle o grilli, non mi sono mai piaciuti veramente e poi, quasi tutti i media ne caldeggiavano l’incedere, forse nella speranza che avessero un incapacità congenita al malgoverno? Eppure, con le loro contraddizioni, ho cominciato ad apprezzarne anche i meriti, oltre che a criticarne le storture. Una grossa mano l’ha data Giuseppe Conte, attuale Premier e uomo che le cantò di santa ragione a Matteo Salvini a causa del suo procedere ambiguo, in seno alla coalizione del Governo Conte 1. Salvini, uscito dalla porta principale come Ministro e Vice Premier, probabilmente – sempre secondo quanto si è letto da più parti [n.d.r], contava di rientrare con applausi a scena aperta dalla porta che si era chiuso (?) alle spalle.
Luigi DiMaio ora Ministro degli Esteri, che inizialmente pareva essere il meno qualificato ed esperto dei due governi (Conte- Conte bis), ha dimostrato della buona volontà e di tenerci, più di tutti gli “altri”, a volere un po’ di giustizia- non giustizialismo- per cercare di punire chi, ha tanto danneggiato gli italiani, procurandone la morte.
Come diceva Totò “Nessuno nasce imparato”, il periodo storico è sicuramente delicatissimo e tra i più insidiosi che si ricordi a memoria d’uomo e proprio a causa del contributo inaspettato, nel bene e nel male, dei Social, che uccidono qualsiasi cosa si muova “contro” il proprio “particolare”, così Di Maio, diventa il novello Don_Chisciotte ed eroe di Miguel de Cervantes Saavedra, che grazie a ciò che leggeva, si persuase di essere un condottiero al servizio dei più deboli e, aiutato dal fedele compagno di avventure, un contadino di nome Sancio Panza, promosso a scudiero, partì alla volta di mille avventure.
Mi è piaciuto il fatto che a spada tratta, Di Maio, continuasse a far valere il concetto di REVOCA ad Autostrade, mentre mi aspettavo che lo facesse Matteo Renzi, che guarda lontano e prepara con competenza una nuova classe politica che però servirebbe adesso.
Per difendere i diritti di chi, si è trovano a subire un destino avverso per colpa di coloro i quali avrebbero dovuto fare quei controlli da tempo richiesti, non si è populisti. Quando ci si smarca su queste questioni, tacciano di “populismo”, comincio a pensare di aver visto qualcosa che probabilmente non c’era in chi credevo potesse fare la differenza.
La tragedia del Ponte Morandi, le immagini che i genovesi han visto in diretta, dove auto e persone, saltavano come birilli e si schiantavano sotto un ponte che doveva “essere” ma non è stato, nonostante i solleciti di periti e persone competenti, chiedessero di farlo. Intere famiglie cancellate di cui ci si dovrebbe sempre ricordare, allorquando si va contro DiMaio e le sue prese di posizione su tematiche che, se non fosse per lui, cadrebbero nel dimenticatoio. Il PD vuole metterci una pezza sull’accaduto e chiede siano abbassate le tariffe autostradali. Ma è poco. Non si può.
L’Italia è tappezzata di ponti e di cavalcavia invecchiati.
In Brianza, a ottobre il crollo di un cavalcavia; a Castelfidardo a Marzo; cedimento ponte sull’A-14; Aprile crollo di un altro viadotto; una rete viaria realizzata tra gli anni sessanta e settanta, non ce la fa più ma è su tutto il territorio italiano che il cedimento di queste strutture, può mostrarsi. La manutenzione? Nei casi citati, solite poche attenzioni, inadatte e manutenzione scarsa. Ci aspettavamo che fosse Renzi ad attaccare chi non aveva fatto il proprio dovere, invece, non è stato così. Ma cosa può DiMaio, da solo, contro i lupi (metafora) che stanno tentando di brandirne le sue carni politiche?
Tutti hanno la soluzione in tasca, ora. Prima, si banchettava sulle idee degli altri, ed ora, chi ha perso, fa la stessa cosa ma “la cosa giusta” non la fa nessuno! Vi chiederete il perché? E’ presto detto: la felicità della società è la fine del Governo. La longevità del Governo, è la morte degli oppositori, contrastarla è un dovere per chi il potere non ce l’ha.
Il loro alimento è la nostra denutrizione.
Ora, cominciamo a pensare a quale strada prenderemo, quando decideremo di metterci in viaggio per una breve vacanza con la famiglia, per lavoro od altro. Il disastro idrogeologico tocca tutta la penisola. Facciamo attenzione, oltre che alle strade, anche alle parole di chi, ogni giorno ha qualcosa da dire, su utopiche soluzioni.