Janeleggedinotte
Due uomini e un furgone
‘Due uomini e un furgone’ di Ian Sansom (2014).
Ian Sansom ha proprio azzeccato l’idea giusta per questa trilogia comprendente altri due titoli: ‘Cosa è successo a Mr Dixon’ e ‘Il Caso dei libri scomparsi’, che vede come protagonista il ‘bibliotecario Israel Armstrong, ansioso e nerd che finisce sempre nei guai e, come se fosse un personaggio di un film di Woody Allen, finisce sempre per cavarsela per il rotto della cuffia. In questo episodio, la vicenda si apre con Israel in balia dei suoi dubbi esistenziali e affettivi, la fidanzata Gloria non risponde più alle sue telefonate, e l’attività della biblioteca-circolante non funziona come dovrebbe. La sua co-spalla di gioie e dolori, il collega Ted, di almeno trent’anni più grande di Israel, non intende chiudere l’attività e tantomeno cambiare il suo Bedford arrugginito con un modello più moderno e veloce, così come impone la società che li finanzia.
Israel al contrario, venderebbe anche sua madre, pur di liberarsi del vecchio bibliobus e soprattutto di tornare a Londra. L’ansia di Israel e il suo tentativo di rimettere ordine nelle cose è palpabile, ma leggera, non annoia mai il lettore e i litigi fra lui e il brontolone Ted sono veramente divertenti. Con un escamotage, Israel convince Ted a partecipare al Festival annuale delle biblioteche circolanti, facendogli credere che il vecchio Bedford vincerà il primo premio.
Il protagonista Israel si convince che tornare nella sua amata Inghilterra rappresenti la soluzione a tutti i suoi dubbi, è stanco di Tundrum e della mentalità irlandese in stile Ted, vuole cambiare vita e abbandonare per sempre il bibliobus.
Israel è una personalità ossessiva, dubita e razionalizza i dati della realtà fino allo sfinimento, manifesta un forte bisogno di ancorarsi a ciò che è tangibile, e fin dalle prima pagine è abbastanza prevedibile che le sue aspettative saranno disattese. Nella casa materna infatti, sebbene la mamma lo accolga a braccia aperte, in più di un’occasione lo tratta come un bambino imbecille, per fortuna c’è Ted, che nonostante il suo atteggiamento apparentemente burbero e oppositivo ad oltranza, ci fa capire che si è affezionato al giovane Israel e tenta di guidarlo nella giusta direzione. Quando il Bedford parcheggiato nel giardino della mamma di Israel, viene rubato, l’impavido Ted non ci pensa due volte e si butta a capofitto alla ricerca del vetusto mezzo, seguendo piste bizzarre e i suggerimenti stravaganti di mamma Eva.
L’inseguimento del Bedford perduto, si tramuta in un’occasione unica per Israel, visitare la sua terra, i dintorni di Londra e ripercorrere le tappe della sua giovinezza e tutte le esperienze positive che a suo dire, gli avrebbero forgiato il carattere e l’animo. Ma qualcosa lungo la strada va storto, e il protagonista si rende conto che le strade, i luoghi che ha amato non esistono più. Già… questo libro fra l’altro vi catapulterà nel mondo di un trentenne di oggi che non ha ancora tagliato il cordone ombelicale dalla famiglia e vive un rapporto ambivalente verso le sue radici. Il fiero irlandese Ted non manca di sottolineare quanto il giovane collega inglese abbia idealizzato certi “mitici” luoghi: il Gradzinski descritto da Israel come uno storico locale inglese frequentato da intellettuali, ora rimpiazzato da una brulicante caffetteria Starbucks; il destino avverso vuole che il protagonista si imbatta casualmente nella libreria Discount collocata in un centro commerciale, decantata da Israel come il “non plus ultra” della produzione letteraria, il luogo che forgiò la sua carriera da libraio, peccato che al suo arrivo non vi trovi la benché minima ombra degli eruditi colleghi, ma solo scaffali di libri messi alla meglio e volantini colorati. Israel è deluso, disorientato: il protagonista del romanzo si sente fuori posto, la sua storia non gli appartiene più.
Non capita a tutti, almeno una volta nella vita di sentirsi come Israel? Questo personaggio ingenuo e insicuro, ci ricorda che saltare sopra un furgone alla ricerca di un segno lungo la strada non è mai tempo perso, le emozioni negative a volte ci possono sopraffare ma il desiderio di riscatto di Israel e la sua perseveranza sono un esempio da seguire.
Consigliato perché: “Due uomini e un furgone ” vi metterà di buon umore, per i brillanti dialoghi che caratterizzano il legame fra i due protagonisti, quel sottile punzecchiarsi a vicenda, il sarcasmo al vetriolo di Ted e l’ingenuità romantica di Israel, e perché l’amicizia fra due persone caratterialmente diverse può presentare degli interessanti punti di contatto. Israel affronta un processo tardivo di separazione dai legami familiari e si rende conto che l’abbandono di Gloria è reale, che cullarsi nell’illusione non serve a nulla, Gloria è soltanto un “fantasma affettivo”. L’apparente sconfitta di Israel in realtà è una vittoria perché capisce dove e con chi deve stare.
- VIA
- Nerina Elena
Leave a comment