Volete sapere come si gestisce un segreto? Il thriller di Ragnar Jònasson, primo della serie Dark Iceland, ha come perno della vicenda proprio un segreto, un non detto che come una ragnatela lega il destino delle persone che ruotano attorno al protagonista: l’ex teologo Ari Pòr e neo poliziotto, chiamato a lavorare nella più anonima cittadina di Islanda, dove mai nulla succede se non qualche tamponamento e rissa fra ubriachi, si ritrova al centro di un misterioso delitto. Una giovane donna, Linda, viene trovata morta semi nuda sdraiata sulla neve.

L’arrivo nella centrale di polizia di Siglufjorour, non è dei migliori.  Dopo un viaggio estenuante per accedere alla cittadina circondata da una catena di montagne, il passaggio obbligato attraverso un tunnel che le perfora e permette di raggiungere il centro abitato, aggravato da pesanti nevicate, Ari si rende conto fin dai primi istanti, che il suo capo Tòmas lo svaluta in modo sarcastico, mentre il collega poliziotto Hlynur sembra inesistente.

Le condizioni di partenza sono piuttosto sfavorevoli, Ari si sente solo, la fidanzata Kristin l’ha appena mollato per aver scelto di lavorare per un anno a Siglufjorour e per di più la montagna che cinge la cittadina come una fortezza inespugnabile, gli mette ansia. Il capo della polizia, sottovaluta le capacità di Ari e lo sollecita a chiudere in fretta il caso, pur avendo dei sospetti sul marito infedele della vittima.

Il protagonista si sente prigioniero in un presente incerto, dominato dagli attacchi di ansia  eppure la motivazione alla riuscita non gli manca di certo. Fra un salto in piscina e una lezione di pianoforte con la nuova amica Ugla, entra deciso nel tessuto sociale di una cittadina che sembrava non avere segreti.

I segreti in questa vicenda sono veramente importanti perché celano cose che non si possono dire o che si sono fatte senza il rispetto di alcune regole, eppure il loro destino è quello di essere svelati.

Pensateci bene, il segreto diventa tale, assume questa forma soltanto quando qualcuno si prende la briga di occuparsene, di mostrare al mondo la verità.

Imparare a gestire un segreto non è una cosa facile, metterebbe in crisi anche il più abile fra gli psicologi, poiché per sua definizione un segreto che si rispetti non è semplicemente una piccola bugia, bensì un corollario di piccole menzogne legate l’una all’altra da un evento centrale che mette in relazione una o più persone. Tutti hanno dei segreti. E se qualcuno venuto dal nulla, decidesse di svelarli tutti?

Ari Por sale sul palcoscenico della compagnia teatrale di Siglufjorour, fondata da un famoso scrittore e tutto l’entourage artistico sarà coinvolto nella caccia all’assassino di Horlouf.

La linea narrativa appare ingarbugliarsi nel momento in cui, Ari si rende conto che l’omicidio di Linda è solo la punta dell’iceberg, sotto nelle acque gelide si nasconde un segreto devastante sulla presenza di un figlio illegittimo, e di un omicidio vecchio di vent’anni, un Cold Case come si direbbe, ma come un perfetto Hercules Poirot, il neo poliziotto non si lascia intimidire dalle minacce e con eleganza impacciata, raggiunge il suo obiettivo ottenendo alla fine anche l’approvazione del suo capo.

Consigliato:  il non detto vi fa paura? Un segreto inconfessabile vi tormenta? Osservate come si comporta Ari Pòr, anche lui come gli altri non è meno colpevole, certo non ha ucciso nessuno però si intrattiene con Ugla, dimenticando in fretta Kristin, quest’ultima non è molto simpatica, non scende mai a compromessi ed è talmente presa dalla sua carriera in ospedale che chissenefrega se il fidanzato afflitto da un passato di abbandono, desidera qualcosa di più nella sua vita.

Fra le righe, l’angelo di neve, parla anche di coppia, e di come l’amore possa finire in fretta, trasformando quello che era un amorevole bisogno di affetto in un istinto di morte incontrollabile. Il giallo di Jònasson, tiene sulle spine, e anche se verso la metà del romanzo cominci a pensare che siano tutti colpevoli di qualcosa, arriva Ari nel finale a fare chiarezza. Meno male!!!