Janeleggedinotte
La ferita d’amore del fantasma
Il fantasma dell’Opéra di Gaston Leroux (1910). Personalmente non ho apprezzato nessuna delle versioni cinematografiche ispirate al celebre romanzo di Gaston Leroux, che hanno tentato invano di ricreare la suspence e l’angoscia dei protagonisti della finzione letteraria, vittime del macchiavellico ingegno del fantasma.
Un romanzo ricco di significati, in cui i dialoghi fra i vari personaggi sono curati e spiccano per la capacità di mettere in risalto la personalità emotiva di ognuno. A tratti comici, a tratti drammatici, Leroux conferisce sfaccettature sempre differenti ai suoi protagonisti, non bisogna lasciarsi spaventare dal tono drammatico e prolisso delle parole del fantasma de l’Opéra, non riflette esclusivamente lo stile narrativo dell’autore, risponde a una finalità ben precisa di far immedesimare il lettore nel medesimo tormento psicologico.
Ambientato nella Parigi sotto il regno di Napoleone III (1850-1875), Gaston Leroux vista la sua esperienza come giornalista narra a posteriori la vicenda, utilizzando articoli e testimonianze dell’epoca sulla presenza misteriosa di un fantasma nel prestigioso teatro (Opéra Garnier) Parigino.
L’autore ci racconta una storia d’amore malata e impossibile, in cui il fantasma (Erik) si sente perdutamente innamorato di una giovane cantante lirica (Christine Daaé) e pur rendendosi conto di comportarsi da geloso e prepotente con lei, non ne può fare a meno. Christine si lascia impietosire dal fantasma e i primi mesi commette l’errore di assecondarlo, prende con lui lezioni di canto, nasconde a tutti i sotterfugi per incontrarlo dietro le quinte, in pratica si lascia plagiare dal carnefice, quest’ultimo sa dove vuole arrivare con lei fin dall’inizio. Il fantasma dell’Opera, come tutti i manipolatori è abile nel crearsi uno scudo interpersonale atto ad appoggiarlo al momento del bisogno, l’Opéra è la sua casa, per tale ragione da anni ricatta gli amministratori del teatro, riscuotendo un affitto per l’utilizzo del palco. Madame Giry la maschera del teatro, lo aiuta e gli guarda le spalle così come il Persiano.
L’amore malato del fantasma, diventa follia quando riesce a rapire Christine durante la rappresentazione del Faust, la porta nei sotterranei del teatro ove ha costruito la sua dimora, obbligandola a sposarlo. Segregata e umiliata, Christine può contare solo sull’aiuto del giovane fidanzato Raoul, quest’ultimo aiutato dal Persiano, entrerà dentro la mente del fantasma, e dovrà ragionare come lui per liberare la giovane.
Sembra quasi che Leroux in questo romanzo, abbia dipinto il ritratto di un maniaco omicida. Erik che ce l’ha con il mondo intero per via dei suoi gravi handicap fisici, a causa del suo viso deformato si è sentito ripudiato dall’amore materno, la madre infatti non gli avrebbe mai dato nemmeno un bacio. Come un bravo criminologo l’autore focalizza l’attenzione su questo bisogno insoddisfatto.
Il desiderio di baciare Christine è il nocciolo della sua follia, quel bacio mai avuto rappresenta una ferita d’amore incolmabile. Erik diventa il fantasma, si nasconde sotto un mantello rosso, indossa una maschera, interpreta il bambino arrabbiato che si vuole vendicare. Così Erik- adulto diventa paranoico e crudele, tenta di uccidere il suo rivale, e chiunque si frapponga alla realizzazione del suo delirio d’amore.
Consigliato a chi vuole riscoprire un classico dal sapore horror, sarete a tratti disgustati dalla paranoia del fantasma, mentre in altri frangenti la comicità di altri personaggi come la goffa mamma Giry vi farà sorridere; in un alternarsi di luce e ombra, seguirete il diabolico piano del fantasma. Le femministe si arrabbieranno un po’ visto il trattamento perverso riservato alla giovane Christine, segregata e “violata” solo per il fatto di essere una donna bella e di talento, la preda perfetta. Ma Christine si ribellerà, scoprirà una forza nuova che non pensava di possedere, e con un po’ di psicologia e di furbizia riporterà il fantasma alla ragione.
- VIA
- Nerina Elena
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