Europa
DRAGHI-PUTIN: SE TELEFONANDO…
Roma. Telefonata inaspettata del Premier Draghi al Presidente russo, Vladimir Putin, nel tentativo di perorare la causa italiana, per la fornitura di gas e nel tentativo di riuscire a sbloccare il grano fermo nei depositi ucraini. Con questa mossa, Mario Draghi, ha tentato, di trovare una soluzione condivisa ma senza cedere un granché. La nota di Palazzo Chigi, esplicita in chiaro la decisione presa nei confronti di Putin: “Lo scopo era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano che oggi è nei depositi in Ucraina perché la crisi alimentare che si sta avvicinando e in alcuni paesi africani è già presente, avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili”.
Il Cremlino dal canto suo, ha ribadito un concetto che si dava quasi per scontato e cioè, che la Russia avrebbe garantito la fornitura ininterrotta di gas al nostro Paese, spiegando la natura della telefonata tra i due capi di stato. Il Presidente russo, ci ha tenuto a spiegare a Draghi, che Mosca, aiuterà a superare la crisi alimentare ma per qualcosa in cambio, la revoca delle sanzioni.
La conferenza stampa del Presidente del Consiglio Draghi, ha fatto il suo resoconto della telefonata ma si è detto scettico sulla possibilità che si possa trovare una via comune per risolvere il problema, lui ha affermato che non vede spiragli per la Pace nel colloquio con Putin.
Ora, al di là di quello che ne può pensare l’Europa, molto convinta che Putin non lancerà mai una bomba nucleare sulla testa di nessuno, che le sue minacce siano solo un mostrare i muscoli all’Occidente, è pur vero che è lui che ha invaso l’Ucraina ed è sempre lui che ha la bomba. Dall’alto della nostra ignoranza e non volendoci mettere al di sopra del pensiero costituito europeista, la realtà ci ha già insegnato che a provocazione, prima o dopo, si risponde e che, una bomba, tira l’altra.
Le sanzioni hanno creato disagi all’Europa intera, se invece di postare le elucubrazioni mentali di tizio caio e sempronio e condividerle ossessivamente, al fine di tirare l’acqua al mulino di questo o quel partito, cominciassimo a far girare i twitter degli europei, ci accorgeremmo che tutti la pensano nello stesso modo e non come la pensano i politici da cui sono governati.
Gli spiragli, caro Draghi, ci sono. Gli italiani, come gli europei, chiedono diplomazia, desiderano aiutare ma non ad allungare la guerra, fornendo armi, ma a farla cessare. Nessuno ascolta nessuno ma se non lo si fa, come possiamo trovare una mediazione vera e sincera che possa essere accolta anche dal nemico?
Meditiamo.
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