EDIZIONI DAMIANO
SINDROME 8 SETTEMBRE
Non avrei mai immaginato, che sarebbero stati proprio i 5 Stelle, a mostrare il peggio del peggio, sulla scena politica e per opera di uno dei suoi protagonisti più titolati: l’On. Luigi Di Maio-Ministro degli Esteri, a permettermi di chiudere l’ultimo capitolo del mio libro: Sindrome 8 Settembre.
Le considerazioni, a questo punto, sono d’obbligo. Se non ci fosse stata la crisi dell’editoria e lo “squalo” Amazon che imperversava, presentando titoli non suoi, tuttora con una dinamica fallimentare per chi li realizza e vende, se non si aderisce ai contratti, non lo avrei lasciato riposare abbastanza per vedere l’epilogo di un Movimento nato per dar voce a chi, spesso dimentica di farlo. L’ultima boutade dei 5 Stelle, ad un passo dal temibile scenario, sempre più buio per l’Europa e il Mondo, ha messo le ali al parlamentare che, non ha trovato di meglio che spostare l’attenzione, da quei problemi per i quali aveva aderito al Movimento e ha fortemente disatteso. Togliendo la scena al Premier Mario Draghi, ha confermato con il suo comportamento che, non potendo più rivestire nessun ruolo istituzionale, dopo due mandati, ha trovato l’escamotage per aggirare l’ostacolo, formare un suo partito. La scissione, già nell’aria, ha colpito in modo fragoroso gli iscritti al Movimento 5 Stelle e preoccupato la stabilità del Governo Draghi che, di tutto a bisogno, tranne che di questo, in controtendenza all’83% che si dice contrario all’invio di armi, senza che vi sia una spiegazione del tipo che sono stati invasi e per questo, bisogna dar loro le armi. Che risposte si attendono gli italiani che, grazie a dietrofront di DiMaio, tutto quello che c’era di buono, l’ha messo ulteriormente in pericolo? Non lo sapremo mai. Al solito, quando si è vicini a svolte importanti, accadono questi teatrini di “badogliana” memoria. Il tradimento qui, se di tradimento vogliamo parlare, non c’è stato. Legalmente, Di Maio, non ha fatto nulla che non poetesse fare. Si può cambiare idea, proprio perché il vincolo del mandato non esiste e chi ha il pelo più lungo sullo stomaco, si è sempre sganciato da un partito per entrare in un gruppo misto o in un altro.
Si fa presto a dire che solo gli sciocchi non cambiano idea. Che meritiamo chi votiamo. Che si facciamo portare in giro dai chiacchieroni. Oltre al voto non esistono scappatoie, visto che la stampa, non è così leale con i suoi lettori e non racconta tutto ciò che c’è da sapere e così, le fake, sono diventate le api regine, della non-comunicazione.
Perché DiMaio si è dimesso, sapendo di aver detto ciò che sta diventando virale nel web che di tutto si ricorda e niente cancella. Da persecutore a paladino di tutti coloro che entrano ed escono, con casacche diverse dai partiti in cui sono nati, tradendo platealmente il mandato degli elettori ma non facendo niente di illegale.
Lealtà coerenza rispetto di chi creduto nella persona cui ha destinato il suo voto…
Leave a comment