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E’ CRISI: “AVANTI UN ALTRO” ?
“Avanti un altro”, parafrasando il titolo di una nota trasmissione televisiva Mediaset, condotta da Paolo Bonolis, è proprio il caso di dirlo, difatti, “la guerra non porta bene a nessuno”, quando dal “divano” si passa ai fatti. La grande ipocrisia dei media asserviti al “niente cambia, tutto si trasforma, prima o poi”, è stata quella di conservarsi l’orticello di lavoro, sposando più gli interessi di chi comanda, con l’errata convinzione che gli italiani siano la manodopera di ogni legislatura.
I servitori dello Stato, strapagati, sentenziano ogni volta che parlano, come se avessero il verbo delle soluzioni in tasca. Gli italiani, di soluzioni non ne vedono, mentre si apprestano a fare pagamenti che, per effetto di sanzioni inaspettate, li stanno riducendo sul lastrico con la forza di un boomerang. L’Europa è sfiorata, rispetto a noi. Tutto sta raddoppiando, anche quello che già aveva subito rincari ingiustificati e che tutti han fatto finta di non vedere. Ma parliamo di spread. Lo spread questo sconosciuto.
Nel 2011 lo spread era a 574 grazie all’ennesimo governo tecnico a firma Monti, dopo che Berlusconi fece un bel passo indietro e lasciò i danni ai posteri e l’onere di mettere a posto le cose ad un Governo Tecnico. Il 2013 invece ci regalò uno spread a 347, sempre molto alto. Nel 2018 era 320?
Su Twitter continuano a far circolare lo spread che già additano a Conte che guarda caso, quando era lui al timone, era a 90 o giù di lì. Non dimentichiamo che c’è una guerra in corso che sosteniamo con soldi che non abbiamo. Conte qualcosa ha detto (troppo poco) riferendosi al rifornimento di armi, unico oppositore.
Ora, tutti questi signori che hanno partecipato ad aumentare o diminuire lo spread, si accaniscono su un 273 dove una guerra alle porte dell’Europa, dove un Putin evidenzia che si tratta di “guerra nucleare”, sta diventando la spada di Damocle dell’Europa e che noi, avevamo già visto da subito.
Oggi martirizzano il Presidente del Consiglio per il fatto di non aver posto veti all’invio di armamenti, per una guerra che avremmo dovuto supportare con diplomazia e aiuti umanitari. Succede nel Web. A “palazzo”, non vedono l’ora di fare le scarpe a Conte, reo, di essersi permesso di porre dei quesiti a Draghi, prima di dare l’ok alla sua manovra. Draghi consegna le dimissioni. Non ci sta. La crisi ha rotto gli argini. Nessuno ha specificato gli effetti collaterali che ci si doveva aspettare con l’appoggio all’Ucraina. Chi lo chiede è un “maledetto pacifista” o un “filo putiniano”.
È vero che siamo Europei ma la valutazione dei rischi, prima di dare più di quanto si possa, non è piaciuta a nessuno ma non tutti lo dicono e non solo qui, in Italia. Boris Johnson, è stato costretto a dimettersi, la sua politica ha disastrato il Regno Unito. Nel nostro Paese sta succedendo qualcosa di simile. L’errore di Draghi, secondo noi è stato quello di licenziare il discorso “guerra” con poche parole agli italiani e successivamente, troppo tardi si è concesso in Parlamento. Le domande giuste però, non le ha fatte nessuno. Intanto, lo strozzamento di sanzioni che doveva ed ha colpito la Russia, non ha portato l’effetto veloce e ambito dagli europei, ovvero la disfatta di Putin. Effetti collaterali? Tutti nostri.
Mattarella non ha accettato le dimissioni. Stiamo perdendo tempo. Nessuno vuol perdere il posto, i grassi stipendi e gli aiuti europei per cui Conte si era sbattuto tanto. Due le tematiche sulle quali fonda le sue radici la crisi: la SALUTE e la GUERRA.
Il Paese Italia, composto da quasi 60 milioni di italiani, desiderosi di dire la loro opinione, non possono farlo, perché c’è chi vuole, a suon di petizioni e non, riportare tutto come stava prima, o il voto, li farà sparire.
Forse i politici pensano che gli elettori siano tutti in Twitter e Facebook o Instagram ma non è così. Chi fa più movimento sono i famigerati Bot di cui tanto parla e non a sproposito, Elon Musk. A che serve interpellare la gente portandole al voto quando si vuole e non, quando si dovrebbe? Ricordate quello strumento tanto democratico di cui si riempiono la bocca tutti i politici che hanno bisogno di qualcosa? Niente da fare, ce lo faranno sospirare. Si va avanti a suon di bonus e per chi non ce l’ha bloccata, con la classica “carta di credito” per ricominciare l’arte del “si tira avanti”.
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