Cinema & Spettacolo
ILENIA LAZZARIN, VIOLA IN “UN POSTO AL SOLE”
Incontriamo Ilenia Lazzarin, che dal 2001 interpreta con successo, il ruolo di Viola in “Un posto al sole” ed oggi, ci racconta di sé e del suo legame con la bellissima Napoli.
Ilenia, come nasce l’esperienza nel mondo della pubblicità e come sei arrivata sul set di “Un Posto al Sole”?
Ho iniziato a fare qualche pubblicità quando avevo 17 anni, mentre frequentavo la scuola per odontotecnico e poi è arrivata una fiction grossa per Rai Uno in 4 puntate che mandarono onda, in seconda serata, ero la protagonista, il titolo “Atlantis” per la regia di Gilberto Squizzato. A seguire, la fiction di Canale 5 con Sabrina Ferilli e Virna Lisi “Le ali della vita 2” e, subito dopo, il provino a Milano per “Un posto al sole”. A 18 anni e mezzo mi sono trasferita a Napoli e iniziato questa esperienza.
Dalla campagna piemontese alla grande metropoli partenopea: come è avvenuto questo cambio di vita e in che modo la famiglia televisiva di “Un posto al sole” ti ha aiutato ad integrarti in questa nuova realtà?
No, non è dal Piemonte, io nasco in Lombardia, a Busto Arsizio (Va), a 11 anni mi sono trasferita in Piemonte ma in realtà ero sempre comunque in provincia di Pavia, paradossalmente. Ho vissuto vicino a Vercelli, ho frequentato la scuola a Vercelli, quindi fino a 18 anni sono rimasta là. Come ti dicevo ho iniziato a lavorare a 17 anni a Milano, andavo e venivo da Milano, e poi a 18 anni e mezzo mi sono trasferita a Napoli. Il cambiamento in realtà è stato drastico perché non avevo mai abitato in città prima di allora, ho sempre abitato in campagna quando vivevo in Lombardia.
Ho trascorso l’infanzia a casa dei nonni, sul Lago Maggiore in barca col nonno a pescare e fare i bagni, sempre in mezzo alla natura, spesso si andava in montagna, abbiamo frequentato tanto posti di natura. In Piemonte avevamo la casa in mezzo alla campagna, sul fiume Sesia, tra pioppeti e risaie, e quindi sono cresciuta come Heidi. Poi a 18 anni improvvisamente vado a vivere in città a Napoli ed i primi 2 anni è stato difficilissimo ma non per la città quanto per la popolarità, ho avuto un enorme stress psicologico perché non riuscivo ad abituarmi. Dopo 2 anni è nato l’amore, totale, completo per la città, ho iniziato a frequentarla con Claudia Ruffo che è diventata la mia migliore amica e che interpreta Angela, la migliore amica di Viola, e quindi uscendo insieme mi ha fatto conoscere le bellezze della città e da li’ in poi amore folle e non me ne sono mai più andata. Mi sono trasferita 2 anni a Miami, poi a Roma 1 anno, ho fatto un po’ dentro e un po’ fuori ma sono sempre tornata a casa e ora amo la città e i suoi abitanti alla follia, sono innamorata e spero di non andarmene mai, mi sposterò solo se il lavoro mi porterà per forza di cose fuori.
Quanto c’è di Ilenia in Viola e viceversa, in che cosa sono simili e in cosa diverse e cosa ti ha insegnato in tanti anni in cui la stai interpretando?
Ho dato tantissimo a Viola perché l’ho sempre vista molto diplomatica, molto tranquilla e paziente, spesso subisce scelte degli altri e per me è stato utile darle un po’ di grinta, che è quella che ha Ilenia. Per quanto riguarda Viola a Ilenia, sicuramente le ha dato un po’ di diplomazia, cosa che Ilenia non ha, perché è molto impulsiva e questo per certi versi è un vantaggio, una qualità e per altri è un difetto.
Con quali colleghi hai stretto maggiore amicizia e che frequenti anche al di fuori del set?
Sicuramente ho legato tantissimo con Claudia Ruffo, è la mia migliore amica, ma anche con Miriam Candurro, Patrizio Rispo, Marina Giulia Cavalli, quelli con cui giro di più. Con Paolo Romano c’è una bellissima amicizia, le persone con cui giro di più’ sono quelle con cui esco anche la sera, Miriam ad esempio è una carissima amica che però sul set non incontro praticamente mai e questo è un caso strano.
Cosa ci racconta del rapporto che ha con i fans e l’impegno in CBM Italia Onlus con Patrizio che interpreta Raffaele?
Con CBM e Patrizio siamo andati in Kenya nel 2011 e quel viaggio ci ha cambiato, ne avevamo fatto già uno insieme ad Haiti nel 2007, altra terra poverissima con bambini che muoiono di fame per strada, situazioni igienico sanitarie allucinanti, devastanti da come ci dicono gli operatori onlus, e quindi è sicuramente una cosa che ci ha segnato tantissimo e che ha cambiato il nostro modo di vedere la vita, il mondo e dove ci troviamo. Sicuramente ci ha unito perché tutte le campagne di CBM che possiamo fare le abbiamo fatte in teatro, concerto al buio, a Roma, a Milano, a Napoli, tutte le attività per richiamare il pubblico e sensibilizzarlo verso questi temi e chiedere poi fondi a chi volesse fare del bene attraverso i video di quello che abbiamo vissuto noi, un’esperienza indimenticabile che sicuramente voglio rivivere perché è facile farsi prendere di nuovo dal mondo nostro, occidentale, che è completamente diverso da quello che è il mondo nella sua completezza. Sicuramente ci porterò mio figlio quando sarà un po’ più grande, per rendersi conto insomma di come va il mondo. E’ un’esperienza che credo tutti quanti dovrebbero fare almeno una volta nella vita.
Ti abbiamo visto nel film “When in Rome” con le gemelle Olsen e alla conduzione del format “Il contadino cerca moglie”, quali le differenze tra set cinematografico e quello televisivo?
Fra set cinematografico e televisivo non cambia molto, semplicemente ci sono molte più persone che lavorano con tempi molto più dilatati rispetto a quello delle soap. dove i tempi sono strettissimi. pochi soldi. difatti, sono tante le persone che fanno di tutto e cooperano alla realizzazione di un progetto televisivo. La recitazione va adeguata di conseguenza. La concentrazione è tutto. Un esempio per tutti: sul set di “When in Rome” i tempi erano diversi, la preparazione stessa, un coach ci seguiva per la pronuncia, per gli attori i tempi, erano larghissimi. quindi, ci si dedicava meglio a ciò che si stava facendo. E’ chiaro che la differenza sta nel budget e per quanto riguarda il set de “Il contadino cerca moglie”, ci troviamo in un altro pianeta. Condurre un programma, nessun libro te lo insegna, ho è dentro di te, o non lo è. E’, in ogni caso, un’esperienza bellissima e gratificante. Io ho partecipato ad un reality. avevo a che fare con i concorrenti, ci vuole empatia, in questo mestiere è tutto e la capacità di improvvisare, laddove, le circostanze lo richiedano. Solo un questo modo, puoi mantenere le redini della trasmissione e la mano- per così dire- ai concorrenti. Non è detto che uno che sa condurre sappia recitare, solitamente i conduttori, non sempre sanno recitare. di solito quasi nessuno fa entrambe le cose: Serena Rossi è l’eccezione per me, alla regola, difatti lei sa condurre, recita e canta.
Oltre a diverse fiction ti sei cimentata nel teatro con “Come sopravvivere ai lavori di casa”: che esperienza è stata?
Il teatro è una lavatrice per me, nel senso che è un’esperienza incredibile a livello umano ma è un turbinio, un vortice di emozioni, di fretta, di poco tempo, di adrenalina per il rapporto con il pubblico che non ha tempo per creare un rapporto con gli attori. Ho fatto 5 serate al teatro Diana di Napoli, stupendo, prestigioso, bellissimo lo spettacolo, da ammazzarsi dal ridere ma avevo una paura infinita, l’adrenalina mi ha tolto 10 anni di vita. E’ un lavoro ipersuperadrenalinico, bisogna avere per forza la passione. o sacrifici sono tanti, i ritmi serrati e molto sacrificante per i ritmi e gli orari non segnano mai il tempo per noi. Si rimaneva fino alle 2/3 di notte a fare prove, poi quando calchi le scene, tutto quello che hai da fare, lo devi fare “dopo”. In questo momento non lo potrei sicuramente fare, visti i ritmi che ho per il lavoro diurno, poi torno a casa e faccio giusto in tempo a far mangiare il bambino e a metterlo a letto e crollo anch’io con lui, anche perché spesso per “Un posto al sole” ci alziamo alle 5/6 del mattino. Tempi impossibili da sostenere quando si hanno delle responsabilità. Non potrei farlo ora e nemmeno quando il mio bambino sarà più grande.
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