Musica & Musicanti
DANILO BUGHETTI, IN PUNTA DI PENNA SUL PALCOSCENICO
Roma. Danilo Bughetti è una importante personalità nel mondo del libro e dello spettacolo, reduce dal grande successo di “History of a Legend” dedicato a Michael Jackson e andato in scena all’Auditorium della Conciliazione di Roma lo scorso 28 aprile. Il nostro è anche autore di bellissimi romanzi e lo andiamo a conoscere meglio nei suoi tanti interessi.
Chi è Danilo Bughetti e come nasce la passione per la musica e la scrittura?
“Non è mai facile sintetizzare in poche parole qualcosa che possa realmente definirmi. Sono un “curioso” che non si accontenta delle apparenze. Questo comporta una continua ricerca nei diversi ambiti che vivacizzano la mia vita.
La musica nasce “per caso”, se così ancora possiamo dire. Alle medie il mio insegnante, nel tentativo di cercare studenti che potessero seguirlo nella costituzione di un ensemble musicale all’interno della scuola, entrò in classe, si guardò intorno e puntò il dito verso di me: “Tu vieni a suonare la tromba!”.
La scrittura invece è nata come l’esigenza di riordinare quelle parole che avrebbero voluto non rimanere strozzate in gola, in un momento molto difficile della mia vita che, come nelle migliori storie, mi ha insegnato molto”.
Di che cosa parlano “Diario di un atto d’amore” e “Fino al cuore della foresta” e cosa cercano di comunicare al lettore?
“Diario di un atto d’amore” è l’opera più intima che si possa scrivere: quella autobiografica, corredata da un CD di musiche originali che raccontano gli stati emotivi vissuti. La storia della sofferenza di un padre costretto alla lontananza dai propri figli per una separazione che non dovrebbe avere violenze ma che, ancora oggi, miete vittime in troppi casi. Il testo diventa quindi il tentativo di un lascito testamentario ai propri figli, se non avessi avuto la forza di superare tutto. “Fino al cuore della foresta” è invece la maturazione di quel percorso, che diventa metafora pedagogica per qualunque anima in viaggio, alla ricerca del proprio risveglio spirituale e coscienziale.
Il tuo ultimo spettacolo è “History of a Legend” dedicato a Michael Jackson: come nasce l’idea di un omaggio al piu’ grande artista di tutti i tempi e come è strutturato?
“History of a Legend nasce da un’esigenza che inseguo da anni: dare merito agli artisti, soprattutto quando qualcuno non li riconosce come tali. Non sembrerebbe il caso di Michael Jackson eppure, ad oggi, troppi giovani non ne conoscono il suo enorme lascito umano, oltre che artistico”.
Cosa emerge della personalità di Michael e quali sono i messaggi più importanti che vengono trasmessi?
“Michael è il riflesso di un ragazzo che si è fatto uomo tra mille difficoltà, ottenendo quello che in molti non riescono neanche a sognare. Ha lottato contro i pregiudizi razziali elevando la sua posizione sociale, ha affrontato temi universali come quello della pace nel mondo, il rispetto della natura e l’amore verso il prossimo attraverso la fede”.
Lo spettacolo prevede la matinée con le scuole: come vivono i ragazzi il mito geniale di Michael e cosa rappresenta per loro?
“Come anticipato, molti ragazzi ignorano la figura di Michael Jackson e questo disorienta noi che lo abbiamo conosciuto. Personalmente credo abbiano difficoltà a riconoscere anche la buona musica, considerando le tendenze musicali attuali. Proporrei a tutte le istituzioni scolastiche, almeno un’ora di eir training a settimana, propedeutica alla rieducazione al bello e all’ampliamento della conoscenza”.
Come nasce l’incontro con gli artisti (cantanti, ballerini e orchestra) e come è nata l’idea di affidare la produzione ai tuoi figli Martina e Alessandro?
“Il cast nasce prima dall’analisi dei timbri orchestrali che ho scelto per gli arrangiamenti. Quasi tutti gli artisti scelti sono compagni di esperienze artistiche comuni, quindi scelti per le loro caratteristiche a me già note. L’idea di affrontare tutto questo con i miei figli è la risposta all’esigenza di compensare quel tempo con loro, che mi è stato sottratto.”
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