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IL FUMO UCCIDE E LA GUERRA, NO?
E’ vero che i giornalisti, noi stessi, viviamo come dei condor, sulle notizie che bussano in casa della gente con forza. Ma è pur vero che il sovradosaggio, come per tutte le cose, nuoce alla salute. Se ci permettiamo di mettere sui pacchetti delle sigarette -Monopolio dello Stato- l’avvertenza che il fumo uccide, che esagerando il cancro ci colpirà, chi fuma muore, il fumo fa male, perché anche per le notizie a gettito continuo, dove già sappiamo tutto ed anche di più, non mettiamo l’avvertenza che l’esposizione continuata a questa notizie ci farà cadere in depressione? A chi di voi, le notizie sulla guerra tra Putin e Zelensky, non suscita dispiacere, dissenso, preoccupazione continuata, difficoltà di vedere un futuro, di trovare la forza di andare avanti con la propria vita? I bambini, sono le vittime designate e scontate, sapere che in un anno di guerra ne sono morti 484, uccisi, quasi fossero loro il vero obiettivo. Non so voi, che leggete avidi di notizie sulle guerre che attualmente ci circondano in modo preoccupante e dove siamo in prima linea a furia di aiuti alle truppe con armi. Il costo delle guerra che nessuno vuole, si fanno sentire da un po’ di tempo a questa parte. Sotto l’egida della libertà, ci si muove tutti ma non per alimentare un conflitto ma per cercare di sedarlo con la diplomazia, quest’ultima sembra scomparsa, proprio perché sono pochissimi che ne parlano e se lo fanno, sono tacciati dalle banderuole di turno, di essere “filo qui o filo la”.
Intanto, grazie a chi segue imperterrito le vicende alimentate dai signori della guerra, assiste anche a tanta violenza gratuita, di cui, volente o nolente, fa parte per interposta persona (?). La violenza prende forma anche e soprattutto nelle App che distribuiscono cinema all’infinito e ad un piccolo prezzo. Tutto questo non serve a far di un Paese, un grande PAESE. L’informazione oggi è troppo aggressiva e non per le notizie che diffonde ma per l’esagerazione di visibilità che gli si da. A gettito continuo. E ‘ un bene comunicare, mai lamentarsi per questo ma che la “comunicazione” non sia sempre e comunque, territorio di chi se ne serve per amplificare le proprie battaglie politiche. Con queste modalità di comunicazione, frastornati come siamo, non si riceve più un servizio ma un disservizio dal quale proteggersi, in balia del pericolo che serpeggia, ogni volta che ci inoltriamo nelle valanghe di morti cui pare ci si stia abituando.
- VIA
- nicdamiano
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