
Costume & Società
Allevamento giovani violenti in modalità “binge-watching”
La sovraesposizione di contenuti violenti, che dalle App entrano in tutte le case del mondo, non solo in quelle italiane, costituisce un’argomentazione di enorme importanza su cui, si cominciano a dibattere e interrogarsi, sempre più persone. E’ in atto un allevamento “inconsapevole” di giovani violenti? La sovraesposizione di contenuti sempre più violenti, fruiti senza nessun censore intorno, lo fa pensare, sempre più di frequente. Istruiamo le nuove generazioni al male?
Sono più di vent’anni che mi faccio domande sull’argomento, si recepirà ma sarà sempre troppo tardi. Il pericolo lo percepiamo tutti ma siamo talmente preoccupati di comunicare anche con i sassi, che il “problema” passa in secondo piano, anzi, anche in terzo e, l’aggressione virtuale, la subiamo un po’ tutti, senza che ce se ne renda ben conto.
Si legge troppo poco, ci si fionda sui social, quasi mancasse il respiro, se non lo si fa e tutto il resto, diventa un paradosso ma costituisce la “normalità” perduta. La vita negli standard, non piace più a nessuno, di tutti, mentre la bizzarria, si persegue l’eccentricità, si vive di esagerazioni, si prendono posizioni estreme, su grandi e piccoli temi. Internet, la nuova Bibbia, sta cambiando la gente, la nostra vita, la nostra visione di presente e di futuro. Il passato è dimenticato, nessuno ha voglia di ricordare, costa troppa fatica per le generazioni future che la memoria l’hanno persa. quasi non ci appartenesse. L’esposizione costante e a tutto campo, genera asocialità con la convinzione di essere grandi comunicatori del nulla e nuovi “mostri”. Altri fattori, concorrono a deformare il comportamento umano, in primis, l’ambiente familiare, sempre più lontano dal mondo dei figli ma con l’illusione di esserci, grazie all’utilizzo della stessa connessione.
La scuola, non riesce ad essere al passo dei giovani che oggi hanno tutti e per incuriosirli, bisogna fare solo miracoli. Ringraziano per il fardello alleggerito che ogni giorno si portavano sulle spalle e oggi, si tirano dietro. Il trolley, non è la soluzione. I bambini e gli adolescenti suscettibili all’influenza dei media, essendo più esposti ai pericoli che si nascondono dietro una chat.
Non basta alzare l’età per evitare che i minori le utilizzino. Monitorarli con le tante invenzioni messe a disposizione dai tanti dispositivi. Troppo distratti dai Social, dalla pubblicità che entra in ogni piega privata della vita di tutti, che i tanti consensi che chiedono, interrompono volutamente la linea d’equilibrio, della vita. Siamo costretti a dare consensi, proprio perché le pagine dedicate alla privacy, che ti insegnano cosa devi spuntare e non spuntare, sono innumerevoli. Una vergogna. Non prendiamoci in giro, includendo filtri di età, controlli parentali, al fine di limitare l’accesso a contenuti inappropriati, il banco vince sempre. La dipendenza, quando fa parte della tua vita, non la controlli più in modo appropriato.
Nonostante non si possa generalizzare su nessun argomento, la sovraesposizione a contenuti violenti può avere impatti reali. E’ vero che bisogna tutelare la libertà di espressione ma con al grido di libertà libertà, si impedisce alle generazioni future di comprenderne appieno il significato, perché schiacciati e plasmati dalla libertà di produttori affamati di ricavi che trasformano le persone in semplici bancomat.
- VIA
- Patrizia S.C
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